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Processo cimiteri di Monreale e San Martino: una costituzione di parte civile a giorni alterni?

| Cronaca varia

Caputo: “Tirato a sorte, disattenzione o scelta protezionistica?”

MONREALE, 22 marzo – “La definizione del processo scaturito dalle indagini avviate dalla compagnia dei carabinieri di Monreale su presunte irregolarità all’interno del cimitero monumentale di Monreale (…)

(…) conclusosi con una sentenza di assoluzione per molti imputati e per tutti gli altri per intervenuta prescrizione e la prossima definizione del processo per i fatti riguardanti il cimitero “regio“ di San Martino delle Scale, scaturito da indagini condotte sia dai carabinieri della locale stazione che da quelli della compagnia di Monreale, mi consentono, senza violare doveri di riservatezza professionale, di chiedere formalmente perchè l’amministrazione comunale abbia deciso di costituirsi parte civile nel processo riguardante le indagini sul cimitero della frazione di San Martino, per altro nei confronti di diversi integerrimi dipendenti e funzionari comunali, addirittura prosciolti in sede di udienza preliminare (ottenendo il rimborso delle spese legali ammontanti a decine di migliaia di euro a carico del bilancio comunale), mentre abbia omesso di costituirsi parte civile nel processo riguardante presunti reati commessi all’interno del cimitero monumentale di Monreale.

La domanda e’ opportuna in quanto mentre quello di San Martino è un cimitero “regio“ gestito dai monaci benedettini e verso il quale il comune avrebbe una residuale competenza , non ci si costituisca parte civile nel processo concernente il cimitero monumentale di Monreale nei riguardi del quale il Comune ha una esclusiva e istituzionale competenza in termini di vigilanza, controllo e gestione amministrativa ed economica “A dichiararlo è Salvino Caputo, che da avvocato penalista ha patrocinato la difesa di funzionari comunali imputati e poi assolti in entrambi i processi. 

“Ricordo a me stesso – che i princìpi cardine del diritto amministrativo riguardanti le pubbliche amministrazioni sono costituiti dalla imparzialità, dal buon andamento della pubblica amministrazione e dalla correttezza amministrativa. Il rigoroso rispetto di questi principi avrebbe dovuto indurre l’amministrazione comunale a costituirsi parte civile in entrambi i processi, nel ritenuto presupposto di violazioni di norme e comportamenti ritenuti lesivi dell’immagine e degli interessi pubblici comunali.

A questo punto qualcuno dovrebbe spiegare alla collettivita’ perche il comune abbia omesso di costituirsi parte civile nel processo i cui interesse pubblici in teoria sarebbero stati concretamente compromessi.
Si e’ deciso tirando a sorte? Si e’ trattato dell’esercizio di una potestà amministrativa discrezionale? Di una semplice disattenzione? O di una scelta protezionistica? E’ chiaro che a fronte di due comportamenti pubblici contrastanti e incomprensibili che hanno determinato anche esborsi pubblici consistenti in tema di ristoro di spese legali e di costituzione di parte civile, dovrebbe sorgere il dovere pubblico di spiegare comportamenti contrastanti, anche in previsione di attenzioni da parte di altri uffici pubblici contabili e non solo”.

· Enzo Ganci · Editoriali

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