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Maggio dei libri, ieri un incontro al Fondo Antico

| Giuseppe Cangemi | Cronaca varia

È stato tenuto dalla bibliotecaria del Comune, Elisa Lo Coco

MONREALE, 28 maggio – Un altro appuntamento per il Maggio dei libri: ieri Elisa Lo Coco, bibliotecaria del Comune, ha guidato i partecipanti su un argomento parecchio intrigante come la storia del libro a Monreale.

È stata una premessa per una gradita visita guidata al Fondo antico della biblioteca comunale, ricco di oltre trentamila volumi e ubicato all’interno dell’ex monastero benedettino: per la precisione dove è sempre stato, dove è rimasto nei secoli. E ieri qualcuno ricordava la vecchia biblioteca di cinquant’anni fa e il professore Giuseppe Schirò (autore fra le altre cose di un piccolo prezioso libro sulle biblioteche di Monreale) che ne conosceva ogni segreto ed era sempre generoso di consigli.

Elisa Lo Coco ha sottolineato l’importanza del patrimonio librario di Monreale, che è stata capitale della più vasta e ricca diocesi siciliana. La sua prima biblioteca nasce assieme alla città, quando Guglielmo II chiama i Benedettini da Cava dei Tirreni i monaci arrivano già con i loro libri: tanto più che a Cava c’era un importante centro di produzione e diffusione dei manoscritti.
I libri sono importanti in tutta la storia di Monreale, a fine ‘500 nella cittadina esistevano tre biblioteche: quella del Seminario (oggi intitolata all’arcivescovo Torres) appena istituita, quella dei Benedettini e quella dei Cappuccini. Forse c’era anche una tipografia, vale a dire un centro per la produzione, ma non se ne ha certezza: i libri pubblicati con la dicitura “stampato a Monreale” potrebbero rimandare a una bottega vera e propria oppure a un laboratorio-bottega che diventa operativo in alcune occasioni importanti, ad esempio per stampare i Sinodi.

O magari non c’erano tipografie a Monreale, nemmeno temporanee perché portare i pesanti torchi sarebbe stata un’impresa, e anche se portano la dicitura “stampato a Monreale” si tratta di libri comunque realizzati a Palermo, che indicano l’origine monrealese per il prestigio del committente.
La ipotesi sono tante, la storia del libro nel paese è molto impegnativa e non si può certo esaurire in un paio d’ore.

Con un salto di secoli arriviamo a dopo l’Unità d’Italia. Con la soppressione degli ordini religiosi la biblioteca dei Benedettini e quella dei Cappuccini confluiscono nell’attuale Biblioteca comunale ma una parte molto significativa del patrimonio librario viene trasferita nella Biblioteca nazionale di Palermo, oggi diventata Biblioteca centrale della regione siciliana: è il Fondo Monreale, un Tabulario ricco di 345 documenti redatti tra il 115 e il 1170 fra cui si trovano quattro pergamene in greco-arabo ed una in latino-arabo.

A Monreale, fra gli oltre trentamila volumi del Fondo antico sono rimasti 52 incunaboli, molti testi manoscritti, molte edizioni rare, migliaia di libri stampati fra il ‘500 e il ‘600. Ce n’è abbastanza per dire che siamo di fronte a un tesoro che attende di essere adeguatamente valorizzato.

 

 

 





· Enzo Ganci · Editoriali

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