Se ne è parlato in un convegno dalla fondazione "Progetto e Legalità"
PALERMO, 28 gennaio - Uno degli argomenti piu' dibattutti in questi ultimi mesi è certamente quello relativo alla destinazione ed all'utilizzo dei beni confiscati alla mafia.
Infatti, proprio nei giorni scorsi, l'Osservatorio nazionale su confisca, amministrazione e destinazione dei beni confiscati e l'Agenzia Nazionale per i beni confiscati alla Mafia sono stati al centro del dibattito organizzato dalla Fondazione Onlus "Progetto e Legalità"e il DEMS nell'ambito della giornata nazionale intitolata "Con gli occhi di Paolo" nel giorno in cui il giudice Borsellino avrebbe dovuto compiere 72 anni. La principale criticità emersa riguarda l'Agenzia nazionale per i Beni Confiscati, che non sarebbe ancora in grado di gestire l'enorme patrimonio confiscato alle mafie, anche per l'esiguo organico, fatto solo di 30 unità di personale. Problema evidenziato anche dal prefetto Giuseppe Caruso direttore dell'agenzia che potrebbe essere superato con delle modifiche.
Nel corso di una intervista al presidente della Sezione Misure e Prevenzione del Tribunale di Palermo Silvana Saguto e alla collega del Tribunale di Milano Giuliana Merola, sono emerse altre criticità che in atto impediscono di poter operare con celerità. Secondo i giudici Saguto e Merola i maggiori problemi nella gestione dei beni confiscati riguardano i fallimenti, le ipoteche che vincolano il bene, ed, infine, il credito ed il debito che devono essere verificati con procedure più snelle. In relazione al testo unico antimafia, da tutti i relatori intervenuti è stato evidenziato che occorre apportare delle modifiche e l'Osservatorio ha l'obiettivo di formulare proposte di modifica dell'attuale assetto normativo e di elaborare linee guida in grado di orientare in modo omogeneo le prassi locali non solo sul versante giudiziario e amministrativo.
In questa direzione da piu' di 10 anni si è mosso il Consorzio "Sviluppo e Legalita'" composto da 8 comuni: Monreale, San Cipirello, San Giuseppe Jato, Altofonte, Camporeale, Piana degli Albanesi, Roccamena e Corleone. Il Consorzio è diventato un punto di riferimento nella gestione ed utilizzo dei beni confiscati, soprattutto perchè ha saputo assegnare la maggior parte dei patrimoni inutilizzati che sono stati assegnati a cooperative sociali che negli anni hanno creato numerose opportunità occupazionali.