Ieri il pontificale della Madonna del Popolo in cattedrale
MONREALE, 9 settembre – Ieri pomeriggio Monreale ha festeggiato la Madonna del Popolo, nel giorno in cui la Chiesa ricorda la Natività di Maria, l'8 settembre.
È stato, infatti, celebrato in cattedrale un pontificale che anche quest’anno, come da tradizione, ha rinnovato la devozione popolare nei confronti della Madonna da parte di Monreale. Dopo la novena e i Vespri, ieri è stata la volta della solenne celebrazione, presieduta dall'arcivescovo di Monreale monsignor Gualtiero Isacchi. Sul presbiterio, posta davanti ai fedeli, c’era la statua della Madonna del Popolo con il bambino.
Alla celebrazione hanno preso parte il sindaco di Monreale, Alberto Arcidiacono; il presidente del consiglio comunale, Marco Intravaia; il comandante della compagnia Carabinieri di Monreale, Niko Giaquinto; il comandante della stazione, Antonio La Rocca;il comandante della polizia municipale, Luigi Marulli; l’assessore Giuseppe Di Verde.
Nella sua omelia monsignor Isacchi si è soffermato sull’importanza per il popolo monrealese di essere radunato davanti a Maria per la solenne celebrazione. Sottolineando che il segreto di ogni profonda spiritualità sta nella preghiera, l’arcivescovo ha citato ancora una volta l’importanza della preghiera come momento che unisce e testimonia l’amore appassionato di ogni fedele verso Dio e la sua parola. Paolo VI sosteneva che “la preghiera è non solo un dovere, ma un’arte, e arte di grande qualità”.
“Il dubbio che le parole di preghiere e canti non siano pienamente comprese non sussiste perché si è pienamente coinvolti da essi. Nella solennità della nascita di Maria - ha affermato il presule - siamo dunque pienamente coinvolti dalla preghiera e dai canti rivolti a lei che è porta aperta sul mistero di Dio. Maria è una di noi che ha testimoniato con la sua vita la gioia nell’accogliere una il suo bambino così come dovrebbero tutti i genitori. Per noi - ha continuato monsignor Isacchi - deve essere un modello e una guida perché ogni creatura è un sogno di Dio, ogni vita è segno del mistero dell’amore di Dio verso cui siamo chiamati alla responsabilità''.
''Maria è per noi modello di responsabilità - ha concluso l’arcivescovo- che si offre perché la parola di Dio non rimanga chiacchiera ma diventi carne. Ci richiama alla responsabilità, per cui Dio non ci chiede di essere perfetti ma di credere che quello che ha fatto in Maria intende farlo in noi, allora non temiamo e ricordiamo che il bambino viene dallo Spirito Santo”.