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Portella della Paglia, ricordato oggi il sacrificio del sottotenente Barbadoro

| Giuseppe Cangemi | Cronaca varia

Fu ucciso dall'esercito americano 80 anni fa

MONREALE, 22 luglio – La storia viene scritta dai vincitori. E’ un dato di fatto incontrovertibile e al quale ci siamo abituati accogliendo spesso supinamente quanto ci viene proposto.

Ma non sempre è così. Accade che singoli ricercatori, studiosi, associazioni, si prefiggono nel loro intento di ricercare la verità, quella vera, inconfutabile, ed i volti e personaggi del passato sfuggono all’oblio e rinascono a nuova vita.
E’ quello che sta accadendo oggi attorno alla figura del sottotenente d’artiglieria, il ventiduenne Sergio Barbadoro, ucciso a Portella della Paglia il 22 luglio del 1943, località tra Monreale e San Giuseppe Jato, dall’esercito degli alleati americani sbarcati in Sicilia il 10 luglio del 1943 mentre si dirigevano nella loro avanzata a Palermo.
E bene inquadrare innanzitutto nel contesto storico gli avvenimenti.

Un esercito unitamente ai regi Carabinieri che non ricevevano direttive e si trovavano allo sbando, molti di questi indecisi se essere fedeli al re o a Mussolini, moltissimi sbandati che abbandonavano armi, divise cercando di ritornare alle proprie case; Vittorio Emanuele III° che chiedeva a Grandi di convocare il Gran Consiglio e far dimettere Mussolini.

Il sottotenente Barbadoro che presidiava la postazione a Portella della Paglia, con mezzi ed armamenti obsoleti ed insufficienti, cercò di sbarrare l’avanzata degli americani guidati dal generale Patton con i pochi mezzi che aveva a disposizione, restando fedele al suo dovere di militare e patriota non accettando neanche i consigli della propria fidanzata Elvira Giuffrida che aveva cercato invano di distoglierlo dai suoi propositi.
Gli americani dopo un primo momento di sbigottimento si organizzarono e con un potente cannone di assalto reagirono al fuoco.

Barbadoro venne investito da una colonna di fuoco, venne ferito e morì con la pistola in pugno in un estremo tentativo di resistenza unitamente ad altri suoi commilitoni.
Di lui non si parlò mai più se non a cura di alcuni singoli studiosi. Nel 1961 l’Università degli Studi di Roma gli conferì la laurea ad honorem in Economia e Commercio, mentre l’Istituto de Nastro Azzurro si interessò per commutare la medaglia d’argento conferitagli in medaglia d’oro al valore militare.

La cerimonia di commemorazione svoltasi stamattina sul luogo del sacrificio, organizzata e voluta dal Gruppo Ricercatori Storici della Sicilia Occidentale, cui hanno aderito altre associazioni, tra cui l’Associazione Nazionale Fante Sezione di Palermo, l’Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia, l’Associazione Nazionale Ufficiali d’Italia in Congedo, che hanno negli anni scorsi restaurato e completato il monumento commemorativo ed il neocostituito Circolo Barbadoro con sede a Palermo. Hanna partecipato inoltre Claudio Burgio Presidente dell’Osservatorio alla Legalità Giuseppe La Franca, Biagio Cigno in rappresentanza dell’Associazione Liberi di Lavorare e MonsRealis, Silvana Lo Iacono dell’associazione Humanitas di Monreale e Piero Faraci.

Molti e qualificati gli interventi che si sono avvicendati durante la cerimonia dai partecipanti, ma vogliamo solamente ricordare per tutti l’intervento di Angela Giordano che ha dedicato la sua tesi di laurea al Campo di concentramento 98 ubicato a San Giuseppe Jato.

 

 

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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