Arcidiacono: “Insegniamo loro a parlare di ciò che provano, temono e desiderano”
Dopo l’esperienza della pandemia, dopo tutti i timori, i dolori, l’isolamento a ciascuno di noi non è rimasto che sperare che le cose potessero migliorare.. e invece la guerra, i profughi, la crisi economica, la dipendenza energetica... e come se tutto ciò non fosse bastevole il disagio tra i nostri ragazzi.
I nostri figli avrebbero dovuto riaffacciarsi alla vita con entusiasmo, con la voglia di conoscere gli altri, di vivere esperienze nuove ... e invece sembrano ingoiati da un’affollata solitudine.
Una condizione, più comune di quanto non sembri, che degenera sempre più spesso nella violenza cieca e ottusa che travolge tutti indistintamente. Una violenza che se rimane taciuta, che se non viene criticata, che se viene banalmente giustificata sarà destinata a crescere.
Dedichiamo del tempo ai nostri ragazzi, ascoltiamoli, ma soprattutto insegniamo loro a parlare di ciò che provano, temono e desiderano affinché sia di nuovo la loro voce allegra a riempire l’aria delle nostre città e non le loro grida di rabbia.