191 nuovi proiettori illuminano adesso la cattedrale. Restano da capire, però, le modalità di funzionamento dell'impianto
Un lavoro di concerto. Una sinergia che ha prodotto ottimi risultati. Il progetto che è servito a realizzare uno splendido impianto di illuminazione del duomo è stato voluto dal consiglio d’amministrazione della Fabbriceria, che si è prodigato per realizzarlo ed è diventato realtà anche grazie alle sponsorizzazioni.
È stato fondamentale il contributo di 60 mila euro della Cei (provenienti dall’8 per mille), mentre circa altrettanto lo ha procurato il cda della Fabbriceria.
Di grande importanza pure ciò che ha fatto la Migliore Sonepar, azienda leader nella distribuzione di materiale elettrico e della Philips Lighting, che ha fornito i proiettori. Quest’ultima azienda per la prima volta ha operato su un monumento siciliano, dopo aver curato l’illuminazione della basilica di San Marco a Venezia, dei Fori Imperiali a Roma e del Castello Sforzesco a Milano.
«Il nuovo impianto di illuminazione – afferma monsignor Dolce, vicario generale della Diocesi e presidente della Fabbriceria – sarà occasione per meglio ammirare i tesori in mosaico.
Per una migliore fruizione del Duomo, però, non serve soltanto quello o solo le guide turistiche, ma, poiché il duomo è soprattutto un luogo di culto, è necessaria pure la presenza di un sacerdote che possa confessare chi ne avverta il desiderio o anche dare soltanto qualche parola di conforto a chi ne avesse bisogno».
La filosofia del nuovo impianto è quella di valorizzare, ma non spettacolarizzare. Consentire di godere, cioè, delle bellezze artistiche della cattedrale normanna, tenendo conto, però, dell’esigenza di raccoglimento che si avverte all’interno di una chiesa.
Ad eseguire il clic è stato l’arcivescovo Salvatore Di Cristina. Qualche secondo dopo, gli oltre settemila metri quadrati di mosaici del tempio normanno sono stati illuminati «come mai era accaduto in passato», come ha osservato il presule. A coordinare i lavori, durati oltre quattro anni, è stato l’ingegner Stefano Di Prima.
Il progetto «Nuova luce per il duomo di Monreale» è nato per volontà del precedente arcivescovo, monsignor Cataldo Naro, scomparso nel settembre del 2006.
«Philips è sempre stata attenta alle realtà del territorio – ha affermato Aldo Bigatti, presidente di Philips Lighting - preferendo non gli interventi a pioggia, ma quelli nei luoghi di assoluto rilievo, come Monreale».
«La nostra azienda è sensibile ai progetti culturali – gli ha fatto eco Konig Thilo, amministratore delegato di Migliore Sonepar – e questa è un’opera che toglie il fiato».
A rendere luminosi i mosaici, a cominciare dal celebre Cristo Pantocratore, sono ben 191 proiettori da 70 a 150 watt, che sfruttano la tecnologia «Philips Master Colour» ed erogano una potenza totale di 21 kilowatt, dimezzata – in pratica – rispetto all’illuminazione precedente, fatta ormai di materiale obsoleto.
Quattordici circuiti elettrici, indipendenti tra loro, garantiranno varie tipologie di illuminazione, a seconda delle circostanze, considerato che il duomo di Monreale ospita funzioni religiose, anche solenni, ma pure eventi culturali o concerti.
«Questo piccolo miracolo della tecnica – ha detto monsignor Di Cristina – è avvenuto grazie al contributo decisivo degli sponsor. L’illuminazione sapientemente diffusa fa sì che i mosaici restituiscano la luce».
Il nuovo impianto potrà essere occasione ulteriore per una migliore fruizione del duomo. «La mia amministrazione – fa sapere il sindaco Filippo Di Matteo – vuole concordare con la Curia arcivescovile un piano per l’apertura anche serale della cattedrale, mettendo a disposizione il servizio di guardiania e di vigilanza».