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Monreale, droni in funzione per mappare l’area di intervento su monte Caputo e metterla in sicurezza

| Silvio Cancemi | Cronaca varia

I diversi incendi verificatisi nella zona ne hanno indebolito la solidità e aumentato il rischio di dissesto idrogeologico

MONREALE, 20 aprile – Da oggi al 29 aprile un drone sorvolerà il cielo di Monreale per rilevare l’area relativa a monte Caputo e Loghi Vecchi per acquisire dati relativi e necessari a redigere il progetto di messa in sicurezza delle due aree interessate.

Lo rende noto l’amministrazione comunale che ha avviato già da tempo gli studi per la messa in sicurezza della zona a monte della città normanna. L’azione è inserita nel progetto generale necessario al recupero della zona, dopo che gli incendi, in particolare quelli dell'agosto del 2019, avevano reso ancora più fragili le pareti di roccia che si trovano a monte del paese di Monreale.
Sono le tre zone collinari denominate Caputo, Caputello e Loghivecchi a essere, più di altre, ad alto rischio crollo e da quei costoni, in diverse occasioni, sono rotolati giù massi di dimensioni anche ragguardevoli. L'indispensabile intervento per il loro consolidamento è stato progettato grazie all'Ufficio contro il dissesto idrogeologico.

La struttura commissariale aveva infatti aggiudicato la gara per la programmazione delle opere necessarie alla messa in sicurezza dei pendii che sovrastano case, ma anche strade assai trafficate, come la comunale che collega la cittadina con San Martino delle Scale e la Sp 69. Il raggruppamento temporaneo di professionisti che se ne è occupato è quello che fa capo alla Pro-Geo di Palermo, con un budget di 160mila euro. Per i lavori, invece, sono già stati stanziati due milioni e 600mila euro.

Complessivamente, l'area sulla quale si concentreranno le indagini geologiche ha un'estensione di 127 ettari: un intero versante caratterizzato da un'accentuata instabilità e, proprio per questo, classificato con i codici P4 e R3. Che il pericolo non fosse da sottovalutare, fu chiaro già nel 2012 quando un macigno di due metri cubi si staccò dalla collina di Loghivecchi. Un allarme lungo dieci anni che, però, presto potrà rientrare.

 

 

 

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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