Il ministero trasmette il suo ok al comune, ma indica rigide prescrizioni per i prossimi anni
MONREALE, 12 febbraio – Diciannove pagine che inducono all’ottimismo, ma, al tempo stesso anche ad una certa preoccupazione. Sono quelle che il ministero dell’Interno, attraverso la Prefettura, ha fatto pervenire al comune di Monreale per comunicare l’avvenuta approvazione dell’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato.
Il provvedimento, che nei giorni scorsi era stato annunciato dall’amministrazione comunale, arriva adesso in forma ufficiale, a firma del sottosegretario di Stato Carlo Sibilia. Il ministero, in pratica, ha apprezzato il lavoro del comune, che si era concretizzato nella delibera del Consiglio comunale del 26 ottobre 2021 con la quale si metteva nero su bianco l’ipotesi di riequilibrio.
Nel dare il suo ok, tra l’altro, il ministero ha quantificato in 268,36 (arrotondato a 269) il numero massimo di componenti della pianta organica comunale. Una dotazione così suddivisa: 6 dirigenti, 29 categoria D3, 20 D1, 60 categoria C, 25 categoria B3, 68 B1, 21 categoria A, oltre a 39 part-time, così come stabilito dalle delibere della giunta comunale del 13 marzo e del 10 aprile 2018. Fin qui le notizie positive.
Fra quelle meno piacevoli ci sono, invece, quelle che riguardano le incombenze e soprattutto le rigide prescrizioni cui dovranno sottoporsi il comune e a ruota tutta la cittadinanza. Intanto, entro 30 giorni ci sarà da approvare il bilancio di previsione relativo agli esercizi finanziari 2018-2022 sulla base dell’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato. Poi, entro 120 giorni, gli altri bilanci di previsione o i rendiconti non deliberati, sempre con i vincoli che il riequilibrio comporta.
Quindi ci sarà da camminare sul filo del rasoio per la durata almeno di cinque anni, mantenendo fra gli obblighi, le aliquote massime di Imposta Unica Comunale (Iuc), addizionale comunale, canoni per l’occupazione delle aree pubbliche, della pubblicità e delle pubbliche affissioni. Il comune, inoltre, dovrà continuare a riscuotere la Tari, in modo da coprire il servizio completo di smaltimento dei rifiuti. Stessa cosa per i servizi di acquedotto.
Probabile pure un giro di vite sulla definizione delle pratiche di condono edilizio inevase, stabilendo tempi certi di evasione. Più in generale è previsto il raggiungimento (ove non lo si sia già raggiunto) del massimo consentito per quel che riguarda le imposte comunali.
Per i cittadini, quindi, si prospetta un periodo di circa cinque anni, se non proprio di “lacrime e sangue”, certamente di un ulteriore rigore e di significativa austerity.