Sanremo 2022: che cos'è una donna?

Alcune considerazioni in merito alla presenza, sul palco dell'Ariston, di Drusilla Foer

MONREALE, 4 febbraio – "Regina", "bravissima", "la donna migliore al Festival di Sanremo" e chi più ne ha, più ne metta. Sono solo alcune delle parole che ho udito ieri, mentre guardavo con curiosità, interesse e fermento la terza serata della 72esima edizione del festival della canzone italiana. E' ormai una bella e datata tradizione, e credo che tanti di voi lettori possano capirmi.

A ricevere tutti questi complimenti, però, non c'era una donna. So che molti proveranno fastidio per questa banale (eppure non più scontata) puntualizzazione, ma Gianluca Gori, attore e comico che ha calcato il palco dell'Ariston nelle vesti del suo alter ego, Drusilla Foer, non è una donna. Ho apprezzato il suo discorso finale, in cui ha parlato di "unicità" come caratteristica importante che possa valorizzare ognuno di noi, sempre, in qualsiasi contesto: e vorrei sottolineare che condivido in pieno le sue parole.

Ciò che non riesco a condividere, analizzando criticamente quanto i miei occhi hanno visto e quanto le mie orecchie hanno udito da quando il testo di legge Zan è arrivato alla ribalta nello scenario politico del nostro Paese, è la trasformazione del sesso in un'opinione qualsiasi, in autopercezione, in performance da potere cominciare e interrompere a proprio piacimento, come se appunto si trattasse del ruolo in uno spettacolo.

Perciò vorrei parlare di che cosa significa essere una donna, partendo da una domanda apparentemente stupida: che cos'è una donna? Come possiamo definirla? Fino a poco tempo fa le donne erano esseri umani adulti di sesso femminile. Ovvero, le donne erano (e sono ancora, ma ormai dire le cose come stanno è offensivo, in alcuni Paesi del mondo persino discriminatorio e perseguibile per legge) esseri umani connotati da un certo assetto biologico, con determinati organi riproduttivi e precise caratteristiche fisiche, alcune condivise con tutti gli altri mammiferi esistenti sul pianeta. La femminilità, invece, è sempre stata un costrutto artificiale: sei femminile se curi il tuo aspetto, se ti trucchi, se affidi la tua chioma alle mani magiche dei parrucchieri, se indossi i tacchi, se indossi una gonna, se ti siedi composta, se non alzi la voce, se non parli in maniera scurrile, se sei sempre pacata, se domandi sempre "scusa" e se spesso e volentieri dici "grazie", anche quando nessuno ti sta regalando nulla e ti sei guadagnata tutto con fatica e sacrifici. Insomma, sei femminile (e dunque più "donna") se ti comporti sempre e comunque come vogliono gli altri, se conduci la tua esistenza non facendo altro che soddisfare aspettative che semplicemente non ti appartengono e che forse ti sono state imposte.

Adesso, quando pongo la domanda su cosa sia una donna, alla risposta che più di frequente ricevo mi si gela il sangue nelle vene: "Donna è chi si sente di esserlo". Ma cosa significa "sentire" di essere donna? E' forse un sentimento? E' equiparabile al batticuore che proviamo per una persona? All'emozione che ci investe quando ascoltiamo una canzone? Al formicolio o ai brividi che in certi momenti, quando certe sensazioni ci colpiscono, non riusciamo proprio a fermare? No, bisogna dire a gran voce cosa significhi essere una donna. Con alcuni, piccoli esempi di vita quotidiana, dalla nascita alla morte; perché essere donna non è un abito che puoi togliere e gettare via, non è una condizione provvisoria, non è un sentimento. E' una realta, un fatto biologico e anche sociale. Essere una donna significa trovare lavoro in quantità sensibilmente minore rispetto agli uomini (nel dicembre 2020, delle persone 101 mila persone che avevano perso il posto, 99 mila erano donne). Essere una donna in Italia, a oggi, significa guadagnare mediamente il 30% in meno di un uomo, a parità di ruolo e con più titoli e anni di studio alle spalle. Essere una donna significa essere bombardate tutto il giorno, dalla tv, dai manifesti pubblicitari, con creme antirughe, soluzioni anti cellulite, rasoi e cerette, immagini di corpi femminili perfetti e ideali. Perché a noi donne non é dato mostrare i peli, né avere difetti fisici, né invecchiare, né tantomeno invecchiare male. 

Essere una donna significa prendere farmaci calibrati solo su uomini, che pesano e sono più alti probabilmente il doppio rispetto a te. Perché? Perché studiare gli effetti a lungo termine sulle donne, specialmente su quelle incinte, sarebbe troppo dispendioso e richiederebbe molto più tempo. Stessa cosa per le automobili: essere una donna significa guidare macchine collaudate con manichini di 70 chili di peso, per circa un metro e 80 di altezza (l'altezza di Drusilla, su per giù, per capirci). Risultato? Le donne statisticamente hanno la peggio negli incidenti stradali. Essere una donna significa pagare il 22% di IVA su un prodotto che dovrebbe spettare di diritto, perché, con l'eccezione di condizioni mediche particolari, le mestruazioni le abbiamo tutte: sto parlando degli assorbenti. Essere una donna significa andare a un colloquio di lavoro e troppo spesso sentirsi porre la fatidica domanda, che a un uomo non faranno mai: "Ha intenzione di avere figli?" e non essere assunte se rispondiamo candidamente di sì. Essere una donna significa affermare il proprio pensiero con fermezza, ed essere accusate di arroganza.

Essere una donna in Italia significa, secondo le statistiche, essere ammazzate dagli uomini ogni anno in media 110, 120 volte: nel 2021, una volta ogni 72 ore. E non perché chi ci toglie la vita è pazzo, o non gradisce i nostri tacchi, o il nostro vestito, ma perché non sopporta l'idea di avere di fronte un essere umano degno di rispetto, e non un oggetto di sua proprietà, da tiranneggiare. Essere una donna significa essere stuprate e vedere il proprio carnefice assolto perché magari non sei riuscita a reagire, e quindi sei automaticamente "consenziente".

Essere una donna significa spesso denunciare una situazione di violenza e vedersi sottrarre i figli. Essere una donna significa essere giudicate, costantemente: se sei sposata e lavori, se sei sposata e fai la casalinga, se hai deciso di non sposarti, se hai deciso di non avere figli, se fai sesso con tutti gli uomini che vuoi (come fa qualsiasi uomo sulla Terra, senza però essere criticato). E credetemi, potremmo continuare all'infinito.

No, Gianluca. No, Amadeus. Essere donna non è un'opinione, non è un sentimento, non è una performance. E 2+2, purtroppo o per fortuna, non farà mai 5, anche se i messaggi della propaganda sostengono il contrario.