Riceviamo e pubblichiamo...
Quanto é riduttivo e quanto ultimamente é stato comodo far pensare che l'architettura sia puramente un fatto estetico quando invece una buona architettura è spesso frutto di valori etici e di uno studio antropologico?
Non é esistita grande civiltà, impero, città-stato, monarchia che non abbia voluto rispecchiarsi nei monumenti e nelle innovazioni urbanistiche che ne imponessero il proprio potere e che lasciassero grande tracce di sé ai posteri. Ci sono sempre, o spesso, motivazioni strategiche dietro l'architettura che però sa essere subdola abbagliando con la propria bellezza. O forse é proprio la bellezza architettonica che non bisogna mai perdere di vista nella nostra politica del fare che diventa saper fare.
Abbiamo città stratificate. Ricche di storia. Dense di linguaggi. Ce ne accorgiamo da noi (ma si é in pochi) oppure abbiamo bisogno di film o di programmi televisivi per risvegliare il nostro campanilismo. Il nostro occhio lucido su ciò che siamo stati, su ciò che abbiamo e su ciò che custodiamo inconsapevolmente. La storia dell'edilizia, e non dell'architettura, ha abbrutito le menti e imbruttito i paesaggi. Complici tutti. E così prende campo un filone politico che trova i consensi, per ben tre volte, nell'indulgenza dell'abusivismo. Se lo leggessimo o lo guardassimo in un film diremmo: "Assurdo! Guarda un po'!".
Oggi, dopo aver fatto male, dopo aver distrutto e deturpato, diventa di moda il termine rigenerazione. E che ben venga! Che sia urbana, edilizia, architettonica, estetica... sicuramente é politica. Un fatto che appartiene a tutti noi. E se il termine architettura ha in nuce il senso di ''principio'', ''partenza'', ''origine'' dal greco antico ἀρχειν (árchein), ha, anche forte, il senso di "inventare", "creare", "plasmare", "costruire" da τέκτων (técton). Dunque, facciamo sì che attraverso la politica dell'architettura la nostra società diventi consapevolmente migliore.
* architetto professionista