L'impennata delle richieste e la crisi della manodopera nella filiera dell'edilizia

Nel mirino il reddito di cittadinanza. Le imprese: “Siciliani refrattari allo sviluppo”

MONREALE, 8 novembre – Il settore delle costruzioni è in difficoltà nel reperimento della manodopera a fronte di una domanda di lavoro in forte crescita. Tante le imprese alla ricerca di operai edili che però stentano a trovare. Appare quasi come un paradosso, in un periodo di crisi, in cui si contano tanti disoccupati in cerca di lavoro.

Nel mercato del lavoro, la carenza di figure tecniche e di manodopera specializzata riguarda diverse imprese e rappresenta un problema reale con cui fare i conti. Questo gap sta provocando, in generale, dei rallentamenti e disagi al settore dell'edilizia, che sta godendo un buon momento grazie alle opportunità offerte dal PNRR, dal Superbonus e da una ripresa del mercato immobiliare. Un disagio esteso anche per la filiera ad essa collegata, dall'impiantistica all'artigianato del legno, dall'idraulica ai rivestimenti.

Sono tante le richieste per l'utilizzo del superbonus. Molti i cantieri aperti e tanti altri in previsione di apertura. Per questo motivo le imprese stanno facendo il possibile per rispondere alla domanda sempre più crescente ma in alcuni casi si trovano costretti a rinunciare o a rallentare le consegne. "Nonostante offriamo un'opportunità di lavoro continuativa - spiegano alcune imprese - i colloqui con gli operai edili, non sempre hanno riscontri positivi. Molti degli operai convocati sono percettori del reddito di cittadinanza e non vogliono rinunciare al sussidio. Altri, invece, non hanno la formazione e l'esperienza necessaria".
L'edilizia è il settore forse più martoriato dalla crisi del 2008 e degli anni a seguire e oggi sta trainando la ripresa economica. Un'opportunità che deve essere sfruttata ma che al momento rischia il collasso, a causa della carenza di personale, alla mancanza della manodopera qualificata e non ultimo anche il rincaro dovuto alle difficoltà di reperimento delle materie prime e di alcuni prodotti intermedi.

"Siciliani refrattari allo sviluppo, attaccati al reddito di cittadinanza, mentre le imprese che hanno il lavoro sono ridotte con i mezzi di cantiere fermi perché non si trovano conduttori specializzati. Non ci sono giovani che seguono l’esempio di questi adulti e non scommettono sulle proprie capacità con Resto al Sud e con i concorsi banditi per sfruttare le risorse del ‘Pnrr’, mentre tanti validi talenti sono costretti a emigrare. A tutti questi e ai territori dell’Isola l’Ance Sicilia dice: Sveglia! Il reddito di cittadinanza non durerà in eterno, basta col tendere la mano aspettando che qualcuno eroghi sussidi mascherati da lavoro. L’assistenzialismo da subito sembra comodo, ma alla lunga desertifica la nostra terra”. È l’allarme lanciato da Santo Cutrone, presidente di Ance Sicilia, secondo cui “se la Sicilia non sarà in grado di spendere i soldi del ‘Pnrr’, la prima colpa sarà dei territori siciliani (enti locali e di ricerca, imprese e cittadini) che non si coalizzano e attrezzano per partecipare ai tanti bandi di questi giorni che danno soldi, in totale 2 miliardi e 469 milioni, a chi ha idee e vuole costruire il proprio futuro senza per forza attendere che siano gli enti pubblici a farlo”.