Il licenziamento di Sandro Russo è stato legittimo, la sua presenza incompatibile con i valori della Cgil

Dura replica del sindacato alla presa di posizione di Silvio Russo, dopo l’esodo di cinquanta dipendenti verso la Cisl

MONREALE, 27 luglio – Che il clima sindacale a Monreale fosse infuocato era chiaro da un po’ di tempo. Un dato avvalorato dall’esodo di una cinquantina di dipendenti dalla Cgil alla Cisl, trascinati dal segretario Silvio Russo, dopo il licenziamento del fratello Sandro, attuale assessore, per l’ormai nota vicenda legata alla trasmissione di Massimo Giletti su La7.

Adesso, però, dopo qualche giorno di riflessione, la Cgil ha deciso di replicare e lo ha fatto con una nota pesante ed articolata, spiegando, ovviamente, dal suo punto di vista come sono andate le cose,

“Sicuramente ci spiace – spiega il sindacato in una nota inviata alla nostra redazione la cui paternità va ascritta alla Cgil Palermo e della Fp Cgil Palermo – che alcuni iscritti abbiano deciso di cancellarsi dalla CGIL per iscriversi alla Cisl, non sappiamo però se chi ha deciso tale passaggio lo abbia maturato nella consapevolezza dei fatti, anche giudiziari, che hanno portato al licenziamento di Sandro Russo.

Solo per dovere di chiarezza e per non lasciare a libere e personali interpretazioni occorre chiarire alcune cose: Sandro Russo non è stato licenziato dalla CGIL, di cui non era “dipendente”, ma dalla “Società di servizi CGIL Sicilia srl”, una società, di cui, invece, era dipendente;

E’ vero, inoltre, quanto affermato da Silvio Russo che “il sindacato lotta contro i licenziamenti” ma è pur vero che il sindacato, e la CGIL in particolare, ha regole inderogabili e fra queste sicuramente vi è il rispetto delle leggi;

Non c’è e non può esserci – spiega ancora il sindacato – un problema di “sensibilità” di fronte al rispetto rigoroso di norme di comportamento cui tutti coloro che a qualsiasi titolo collaborano con la CGIL devono attenersi “atteso il ruolo “pubblico” rivestito dal CAF e dalla aspettativa, dunque, che i suoi dipendenti forniscano un’assistenza agli utenti nel segno della legalità e del rispetto della normativa previdenziale e assistenziale”

Sandro Russo ha proposto ricorso, in primo grado ed in appello. In entrambi i gradi di giudizio i Giudici hanno ritenuto legittimo il licenziamento operato dalla “Società di servizi CGIL Sicilia srl”, condannando il Sig. Sandro Russo anche al pagamento delle spese legali.

Nella sentenza emessa il 6 luglio dalla Corte d’appello di Palermo, che conferma la piena legittimità della condotta della Società di Servizi, si legge tra le altre motivazioni :

  • “non può, infatti, residuare alcun dubbio, dal loro diretto apprezzamento, che il Russo non si sia limitato a confermare delle convinzioni già maturate, in via autonoma, dal proprio interlocutore – condotta che non sarebbe comunque sfuggita a valutazioni di rilevanza disciplinare, atteso il ruolo “pubblico” rivestito dal CAF e dalla aspettativa, dunque, che i suoi dipendenti forniscano un’assistenza agli utenti nel segno della legalità e del rispetto della normativa previdenziale e assistenziale – ma abbia anzi attivamente fornito suggerimenti a suo parere idonei ad eludere (fraudolentemente) i limiti normativi al riconoscimento della prestazione assistenziale in argomento.”;
  • “Viene in considerazione, dunque, una condotta del dipendente che, invece, di risultare chiarificatrice dei termini precettivi di una disposizione di legge in materia previdenziale e assistenziale, ed idonea dunque a fornire all’utenza quel servizio di assistenza che ci si deve aspettare dai patronati gestiti dai sindacati, si è, al contrario, concretizzata in una serie di suggerimenti diretti a violare le predette disposizioni di legge, tradendo la funzione propria del patronato medesimo.”
  • “La gravità della condotta si apprezza, nel caso di specie, sia sotto il profilo soggettivo, con riferimento al quale non può non venire in considerazione il ruolo rivestito dal Russo e la sua dimostrata disinvoltura nel suggerire soluzioni illegali alle problematiche rappresentategli, sia sotto quello oggettivo, non essendovi alcun dubbio che il fatto di dispensare alla generalità degli utenti consigli non in linea con i precetti normativi esponeva certamente il CAF presso cui lavorava ad un generalizzato discredito e ad un evidente danno all’immagine, ciò anche a prescindere dalla risonanza mediatica che l’episodio in esame ha poi avuto, di cui il Russo non poteva ovviamente avere alcuna consapevolezza.”

Dispiace umanamente tutta la vicenda ma davanti ad una condotta così come rilevata anche nei due gradi di giudizio il CAF non poteva prendere provvedimenti diversi dal licenziamento.

Ogni lavoratore è libero di farsi rappresentare dalla organizzazione sindacale che vuole, ma è chiaro sin dal momento dell’iscrizione, che chi sceglie la CGIL sceglie anche un rigorosissimo rispetto della legalità, senza eccezione alcuna, neanche quando la cosa ci tocca personalmente.

Oggi, alla luce dell’esito dei due gradi di giudizio del tribunale di Palermo che hanno confermato la legittimità del licenziamento impugnato da Sandro Russo, siamo sempre più consapevoli che la condotta dell’ex dipendente del Caf è non solo incompatibile con i valori della Cgil ma di qualsiasi altra organizzazione sindacale che agisce nel rispetto della Costituzione, delle leggi e dei principi di legalità e di rispetto dei diritti.

Troviamo che la scelta di Silvio Russo di abbandonare la Cgil, per altro più volte spettacolarizzata con un frequente avvalersi della stampa, sia dettata non da questioni di carattere politico ma legata indissolubilmente alle vicende che hanno interessato il fratello Sandro. Vicende che capiamo possano essere dolorose ma compiute in coerenza con i valori che ispirano la nostra organizzazione sindacale e che i giudici hanno pienamente riconosciuto.

Noi crediamo – conclude la nota – in un agire sindacale nel quale i valori, i principi, le idee, le battaglie vivono a prescindere dagli uomini e dalle donne che temporaneamente rappresentano la nostra organizzazione e senza dubbio continueremo a portarle avanti aldilà dei nomi e degli eventi. Prevediamo di organizzare a Monreale un confronto con i lavoratori sia del Comune che di Ecolandia, la società addetta al servizio di raccolta di rifiuti, per spiegare ancora più nel dettaglio quanto accaduto nella massima chiarezza e trasparenza e al fine di continuare a portare avanti la rappresentanza dei lavoratori che operano nel territorio con i valori che ci hanno sempre contraddistinto.