Il cameraman Alessandro Spinnato farà parte della delegazione italiana che porterà in Brasile il premio "Padre Pino Puglisi"

Presidente del premio sarà don Antonio Garau

PALERMO, 26 ottobre – C'è anche il cameraman monrealese Alessandro Spinnato nella delegazione italiana in Brasile, che esporterà il premio internazionale "Padre Pino Puglisi".

La spedizione avrà il compito di raccogliere la testimonianza di chi ogni giorno lotta per liberare i bambini di strada. La delegazione siciliana partirà domani per Rio de Janeiro e sarà composta da don Antonio Garau, presidente del premio, Gemma Ocello, segretaria del premio, dal giornalista Rai Roberto Gueli, membro della giuria, dal magistrato Franca Imbergamo e, come detto, dal cameraman Alessandro Spinnato. Avrà lo scopo di portare la figura del parroco di Brancaccio ucciso dalla mafia oltre l'Atlantico e lasciare un segno tangibile. In Brasile, infatti, saranno realizzati una biblioteca e una sala giochi, che saranno intitolati a don Puglisi e messi a disposizione di suor Adma Cassab Fadel, una religiosa che con l'associazione Amar da vent'anni opera in favore dei bambini di strada. La delegazione visiterà anche la comunità italo-brasiliana e incontrerà avvocati e magistrati del luogo.

Sarà proprio suor Adma una delle personalità che quest'anno saranno insignite del premio alla memoria di don Puglisi. La manifestazione, giunta alla sua settima edizione e programmata per il 15 dicembre al Teatro Biondo di Palermo, è organizzata dall'associazione Jus Vitae, in collaborazione con la Cisl di Palermo e la Fondazione Brass Group. “Il premio – sottolinea don Garau - viene assegnato a chi, facendo bene il proprio dovere, promuove la dignità degli uomini in tutto il pianeta e a quei siciliani che si sono contraddistinti nel loro lavoro, diffondendo positivamente l'immagine della Sicilia nel mondo”.

Ogni anno l'edizione è stata dedicata ai bambini e alla lotta a ogni forma di sfruttamento dei minori, particolarmente quelli birmani, africani e quest'anno quelli brasiliani. Tra i premiati ci sono state testimonianze di uomini semplici e di chi ha sofferto la guerra, le torture, i soprusi di ogni genere per difendere la dignità propria e degli altri.