ModùModù, l’ultima fatica di Giovanni da Monreale

Lopera, simbolo di fratellanza, è stata commissionata dalla Conceria Masoni e donata al comune di Santa Croce sullArno

SANTA CROCE SULL’ARNO, 6 febbraio – Uguaglianza e tecnologia: questi i capisaldi entro i quali, l’urban artist monrealese, ha dovuto sviluppare la sua ultima opera, ModùModù, commissionata dall’industria conciaria Masoni S.p.A. e donata al proprio comune toscano, in provincia di Pisa, lo scorso 4 febbraio, in occasione della “Giornata internazionale della fratellanza umana”, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Già lo scorso anno, per la conceria di Santa Croce sull’Arno, Giovanni da Monreale – al secolo Giovanni Sardisco, ndr – aveva realizzato “Giommy” – un ragazzo seduto sulla fermata del bus intrattenuto da una consolle portatile – nell’intento di arricchire uno spazio del territorio santacrocese e di sensibilizzarne la comunità sull’uso, spesso improprio, della tecnologia, argomento ricorrente tra i progetti del monrealese, ma che in ModùModù acquisisce ben altro significato, riesumando frattanto il tema dello Ius soli. “Il 20% degli abitanti di Santa Croce – afferma Sardisco su queste colonne – sono di origine straniera, perlopiù africani. Il senso è stato quello di lanciare un messaggio di fratellanza all’interno di questa comunità, costituita da culture diverse”. Il termine ModùModù, secondo lo scultore, viene attribuito dai senegalesi ai ragazzi viaggiatori, in cerca di fortuna. Il soggetto, rappresentato in scala 1:1, ha la pelle nera ed indossa un abbigliamento sportivo: la maglia verde muschio e la giacca rosso ciliegia coprono il busto del giovine africano, dal capo coperto da un cappello arancio e dei comodi blu jeans nella parte inferiore, i cui orli poggiano al di sopra delle gialle scarpe da tennis. La vetroresina che ne costituisce le membra, è supportata da uno scheletro interno realizzato in ferro zincato, saldato su una gabbia metallica inferiore che annega al di sotto della sede stradale in prossimità del fronte della biblioteca comunale, recentemente restaurata e oggetto scenografico. Al balcone dell’edificio, infatti, è legato – con dei fili in nailon – il finto drone in legno che ModùModù controllerebbe attraverso il telecomando che stringe tra le mani, coniugando tecnologia e cultura, quest’ultima, enfatizzata con la presenza di alcuni libri sormontanti la vicina panchina alla destra del soggetto.