Franca Viola compie 72 anni: fu la prima donna italiana a rifiutare il matrimonio riparatore

Una scelta coraggiosa che aprì la strada (ancora impervia) per l’emancipazione femminile in Italia. Ha vissuto anche a Monreale

MONREALE, 9 gennaio – “Io non sono proprietà di nessuno. Non posso sposare una persona che non rispetto”. Queste sono probabilmente le parole più celebri pronunciate da Franca Viola, una donna coraggiosa le cui scelte cambiarono per sempre le sorti della condizione femminile nel nostro Paese.

Franca appartiene a una famiglia di mezzadri ed è una ragazza di soli quindici anni quando si fidanza con Filippo Melodia. Ma dato che il giovane è decisamente in odore di mafia nonché vicino alla famiglia mafiosa dei Rimi di Alcamo, il padre di Franca, Bernardo Viola, decide di rompere il fidanzamento. Melodia rapisce l’ex ragazza il 26 dicembre 1965, dopo svariate minacce rivolte al padre e dopo aver arrecato gravi danni agli altri membri della famiglia e alla casa di campagna in cui abitavano. Il fratellino di Franca le si aggrappa alle gambe nel tentativo di rimanere con lei, ma Franca viene portata in un casolare nelle campagne di Alcamo e lì comincia il suo incubo, l’incubo di ogni donna del mondo.
Dopo nove giorni dal rapimento, mentre Franca è digiuna da giorni e in stato di semi-incoscienza, Melodia le si avvicina e la stupra. Solo il 6 gennaio del 1966 i carabinieri riescono a trovarla e a liberarla. E qui arriva un prosieguo inaspettato per la vicenda: Melodia e chiunque fosse venuto a conoscenza del fatto erano sicuri che Franca, per “ripristinare il suo onore” e “lavare via la vergogna”, avrebbe acconsentito a sposarsi con l’uomo che l’aveva violentata.

Ma il suo è un no fermo, deciso: “L’onore lo perde chi fa certe cose, non chi le subisce”. Franca denuncia il suo stupratore, presenzia a tutte le udienze del processo, impavida, ed è persino costretta a cambiare avvocato quando scopre che quello studio legale viene frequentato da un parente di uno dei complici di Melodia. I legali di quest’ultimo, al processo, chiedono anche la “prova della verginità” per dimostrare che Franca aveva avuto rapporti con il ragazzo anche prima, come se questo rendesse il crimine giustificabile. La richiesta viene respinta e Melodia viene condannato a 11 anni di carcere insieme agli altri complici.

Franca ha letteralmente tutti contro: la scelta di non volere sposare il suo violentatore manda la gente fuori di senno. Persino l’arciprete di Alcamo dice che la ragazza non troverà marito, cosa che con il tempo invece avviene. Quando si sposa riceve gli auguri del Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat e del Presidente del Consiglio Giovanni Leone, nonché di Oscar Luigi Scalfaro, allora Ministro dei Trasporti. Franca Viola è andata avanti, ha vinto, ha deciso della propria vita ed è stata (ed è tutt’ora) d’esempio per tutte le donne italiane. La sua scelta di rifiutare il matrimonio riparatore renderà questo illegale nel 1981, insieme al delitto d’onore. Due leggi dello Stato italiano che proteggevano gli uomini e che condannavano le donne. Una storia dolorosa, quella di Franca Viola, ma che ha aperto la strada all’emancipazione femminile in Italia, una vicenda che ha cominciato a far cambiare in meglio la nostra condizione, una condizione ancora molto difficile sotto tanti punti di vista. Grazie, signora Franca Viola, e buon compleanno.