Ogni maledetto Natale, questo albero... nel posto sbagliato

Quando scelte discutibili penalizzano il patrimonio artistico. Il Tritone: Irrispettoso nei miei confronti

MONREALE, 13 dicembre – Stessa storia, stesso posto: “ogni maledetto Natale”. No, nessun riferimento all’opera cinematografica, la voce non è quella del Grinch e per carità, l’albero in questione, quantomeno, non è un cipresso, circostanza che però non allevia il malcontento della creatura ottocentesca del Rutelli il quale, anno dopo anno, con costante ricorrenza, viene puntualmente eclissato dal folclore natalizio: ma cosa direbbe il Tritone se potesse esprimersi?

Dunque, abbiamo pensato, per un istante, di animare la scultura e, muniti di microfono, con un pizzico di fantasia, siamo andati a scoprirlo: “Lungi da me voler esprimere giudizi estetici sull’abete – potrebbe affermare il Tritone – riconosco che magari, dovendo per tradizione sacrificare una pianta e, concordando sulla scelta di creare un’atmosfera sobria, sempre in economia, sarebbe stato possibile rendergli un po’ più di dignità, valore di cui non godo ormai da troppi anni”. In effetti, volendo osservare l’atteggiamento dei vicini comuni della provincia – escludendo la vicenda della palermitana piazza Ruggero Settimo, sant’Iddio – l’installazione natalizia monrealese non occuperebbe di certo il podio: l’albero, come lo scorso anno, si erge da un vaso circolare nero e culmina, in cima, con una stella a 5 punte, origine di una pioggia verticale di luci attraverso un ritmo di cavi disposti, alla meno peggio, tra i rami della conifera, raccogliendosi nella parte inferiore su un gomitolo giacente la superficie  della terra contenuta dal vaso. Luci, soltanto quelle, che una volta spente rivelano le lacune di un addobbo privo di logica, oltre al discutibile sistema di corde che coinvolgono i tronchi delle palme a garanzia della staticità della specie vegetale: un pugno nell’occhio ma, “de gustibus non disputandum est”.

In effetti, ad affliggere la fatica rutelliana che si discosta da ogni valutazione estetica, potrebbe essere la posizione del suddetto albero, inspiegabilmente deputato da molti anni – e questo ci teniamo a precisarlo – ad occupare, planimetricamente parlando, il braccio d’ingresso settentrionale della croce greca che separa le quattro aree verdi della piazza: “Ogni opera artistica e architettonica – avrebbe dichiarato il figlio di Poseidone – soffre già l’imponenza del complesso monumentale e vive, compreso il sottoscritto, all’ombra di esso. Tuttavia, il quesito che mi pongo è questo: perché scegliere di eclissare un monumento così prestigioso?  È davvero impossibile valutare altre alternative? Lo trovo molto irrispettoso nei miei confronti e non penso di meritarlo”. Di fatto, la dimensione della pianta occulterebbe la presenza del monumento dal tratto della via Roma adiacente alla piazza.

Allora, perché non osservare soluzioni differenti coinvolgendo, negli anni a venire, la vicina piazza Guglielmo II la quale offrirebbe, dal punto di vista morfologico, possibilità più idonee a questo tipo di iniziative, capace frattanto di ospitare una vera e propria scenografia attraverso, magari,  l’istituzione di un bando di idee rivolto alla categoria degli esercenti, cuore pulsante della nostra cittadina, in grado di regalare magiche atmosfere ai propri concittadini:  “La presenza di un valido direttore artistico – concluderebbe il Tritone – potrebbe prevalere sull’ostilità del cattivo gusto che vige in questo territorio. La suggestività di piazza Vittorio Emanuele suggerirebbe il solo uso di luminarie e l’installazione di composizioni floreali dei nostri laboriosi commercianti che in più occasioni hanno dimostrato egregiamente di saper abbellire la città, attraverso la loro capacità creativa. Il mio auspicio? Posso soltanto augurarmi che si faccia tesoro di questi suggerimenti e chissà, magari già dal prossimo anno, poter apprezzare uno spettacolo differente. Del resto, nel rispetto della tradizione mitologica, il mio compito è quello di tenere a bada questi mostri marini e non posso che restare inerme dinanzi alla malvagità di chi spesso è intento a deturpare questa vasca”.