I trasgressori rischiano una multa da 280 euro
SAN GIUSEPPE JATO, 7 novembre – San Giuseppe Jato e San Cipirello sono due paesi attaccati. Non c’è davvero soluzione di continuità tra i due corsi principali: via Roma diventa corso Umberto I. E non c’è neanche un cartello che indica la presenza di un confine che è solo amministrativo.
Perché la comunità è ormai da tempo una sola. Eppure da venerdì scorso chi varca quel limite impercettibile rischia una sanzione da 280 euro in su. Il Dpcm del 3 novembre vieta infatti gli spostamenti tra i Comuni nelle regioni cosiddette “arancioni”.
Così nei due paesi è partita una petizione popolare che chiede la possibilità di circolare fra San Giuseppe Jato e San Cipirello. In poche ore sono state centinaia le adesioni. La raccolta firme, che da alcune ore è anche on-line, è indirizzata al Ministro della Salute, al Prefetto di Palermo, al Presidente della Regione Sicilia e al Presidente dell’Ars. Si chiede di “valutare l’adozione di ogni misura idonea a consentire, col rispetto di ogni prescrizione in atto prevista, la circolazione dei cittadini jatini e sancipirellesi fra i due comuni limitrofi, in ragione del loro essere di fatto una sola comunità ed un unico agglomerato urbano”. Tra i destinatari della petizione c’è anche il presidente Gianfranco Miccichè, che lo scorso marzo, durante il lockdown, citò proprio i due comuni come emblema di un paradosso: “Cosa c’entra l’Esercito – disse – per bloccare un cittadino che non può andare da San Giuseppe Jato a San Cipirello anche se sono attaccati?”. Ed in quei mesi non mancarono le sanzioni per chi sconfinava senza una valida ragione.
“Non si rivendica una libertà di circolazione assoluta”
Così, col rinnovarsi del divieto, è arrivata stavolta la raccolta firme. “Siamo ben consapevoli della gravità del momento e della assoluta necessità di adottare ogni precauzione per impedire la diffusione del virus – fa sapere uno dei promotori, l’avvocato Maurizio Costanza -. Ma è anche giusto che le misure di contenimento tengano conto del nostro essere “una sola comunità” per legami parentali, sociali e imprenditoriali”. “È ovvio che non si rivendica una “libertà” di circolazione assoluta – chiariscono ii firmatari -. Ma la possibilità di rispettare le regole in ragione della nostra peculiare condizione”. Fa ben sperare la decisione presa nei giorni scorsi dal Prefetto di Trapani, che ha autorizzato gli spostamenti “con parsimonia” tra i territori al confine tra Erice e Trapani. La petizione è stata inviata per conoscenza anche alle due amministrazioni locali.
(fonte e foto: vallejatonews.it)