''Amianto e altri... rifiuti'': sotto la Palermo-Sciacca affiora di tutto

L'incendio di qualche settimana fa porta alla luce la discarica. IL VIDEO

MONREALE, 11 agosto – Definirla discarica a cielo aperto sarebbe come parlare per eufemismi. La “coltivazione” di amianto che sboccia proprio ai piedi del viadotto della Palermo-Sciacca, esattamente in via PG19 a Giacalone è un inferno al quale ogni giorno – purtroppo – è praticamente impossibile sfuggire.

L'impatto ambientale è critico. Basterebbe quest'evidenza a far sì che si attivi con celere tempestività la macchina organizzativa predisposta alla raccolta, alla bonifica e alla definitiva messa in sicurezza di un'area vastissima, calcolabile complessivamente in un paio di chilometri d'estensione. Assurdo, ma altrettando veritiero, il fatto che bisognerebbe quasi ringraziare (mi si passi il termine ndr) l'incendio che esattamente lo scorso 5 agosto devastò con la sua furia poi sedata dalle squadre dei Vigili del Fuoco le zone perimetrali alla strada che scorre proprio sotto e ai lati del viadotto.

Le fiamme – la cui matrice non è stata ancora accertata – portarono alla luce un tesoro sepolto dall'alta e folta vegetazione. Ricco sì, ma terribilmente pericoloso, specialmente se si tiene nella dovuta considerazione la presenza a pochissimi metri di distanza di abitazioni private e di falde acquifere ancora in funzione. Facile (troppo) ipotizzare la genesi della discarica – le parole dei residenti sono di validissimo aiuto – frequentatissima nelle ore notturne da chi, impunemente si fa attore del conferimento selvaggio di rifiuti di ogni tipo (speciali e non), anche di quelli più pericolosi e nocivi alla salute.

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