La manifestazione è stata organizzata dal Parlamento della Legalità Internazionale
MONREALE, 22 maggio – Si è svolta stamattina una manifestazione commemorativa, organizzata dal Parlamento della Legalità Internazionale per commemorare il 28° anniversario della strage di Capaci, avvenuta il 23 maggio 1992, in cui persero la vita il giudice Giovani Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo ed Antonio Mortinaro.
Il pensiero, però, è andato pure al giudice Paolo Borsellino, ucciso il19 luglio dello stesso anno, che vide la morte pure, oltre che del magistrato, pure di Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, Walter Eddie Cosina.
Nella chiesa di San Castrense si è tenuta una celebrazione liturgica presieduta dall’arcivescovo di Monreale, Michele Pennisi, poi la manifestazione si è spostata all’esterno dove le figure dei magistrati-eroi sono state ricordate alla presenza, tra gli altri, del generale interregionale della Guardia di Finanza Carmine Lopez, del colonnello del presidio militare Commiliter Franco Culeddu, del generale di Brigata del Comando militare dell'esercito Claudio Dei e dei sindaci Gigi Cino di Camporeale e Rosario Agostaro di San Giuseppe Jato.
“Falcone come Borsellino e tanti altri - ha detto il presule nel corso della sua omelia – ci hanno testimoniato cosa significa vivere per la legalità e la giustizia, compiendo il proprio dovere attraverso il proprio impegno quotidiano aperto alla speranza che è possibile lottare e sconfiggere la mafia, che è un fenomeno umano e non un fato inevitabile.
La lotta alle mafie – ha proseguito Pennisi – passa attraverso un rinnovato impegno educativo che porti ad un cambiamento della mentalità. La sua affermazione e la sua crescita sono affidati alla collaborazione di tutti.
Per rilanciare un impegno positivo per la vita è importante dare risposte convincenti alle domande fondamentali sul senso dell’esistenza, per costruire una società più giusta e più fraterna aperta alla speranza. Ma il futuro si prepara con una grande e convinta adesione alla concretezza del presente.
È importante soprattutto – ha concluso l’arcivescovo – per le nuove generazioni dire ogni giorno un chiaro "No " alla subcultura mafiosa della morte, dell'odio e della vendetta e abbracciare la cultura che promuove i valori della giustizia, dell’amore e della pace, che ha come conseguenza una gioia profonda diversa da quella del mondo”.