Lo studio, pubblicato da Il Sole 24 Ore, è stato condotto in singergia tra Legambiente e Ambiente Italia
PALERMO, 29 ottobre – Diciamocela tutta: di fronte a un dato di fatto, peraltro reso noto al pubblico da un quotidiano senza dubbio autorevole come Il Sole 24 Ore, c'è veramente poco da stupirsi. La ricerca condotta dalle due storiche associazioni ambientaliste ha infatti condotto alla stesura, sulla base di parametri ben precisi e delineati, di una specifica classifica nazionale cui unico comune denominatore fosse il maggior rispetto del territorio urbano ed extraurbano.
Se l'elenco delle cittadine italiane sembra, senza il benché minimo dubbio, sbilanciato verso la parte settentrionale della penisola, in virtù di politiche ambientali che, differentemente dal meridione, trovano un più ampio livello di applicazione, città come Palermo, Catania e Siracusa si ritrovano a ristagnare nella parte più bassa della classifica (il capoluogo siciliano in modo particolare al 100esimo posto). Complici sono inevitabilmente le condizioni di salubrità dell'aria, compromessa - secondo misurazioni oggettive di quantità di CO2 - dai numerosi e nocivi gas di scarico di vetture e altre strutture, gli scarsi livelli di sanità delle fonti acquifere e una politica di compostaggio selezionato dei rifiuti non sufficientemente o mal diffusa. A far compagnia, nelle zone più paludose della classifica, concorrono anche città come Napoli e Roma (entrambe 89esime), Bari e Torino.
In un momento storico particolare, come quello attuale, in cui il dibattito ambientale sulle politiche da parte degli Stati maggiori di sviluppo ecosostenibile e di salvaguardia dell'ecosistema sembra infervorarsi in ogni piazza europea, tra le vette più "green" sul suolo italiano figurano quelle piazzeforti in cui le decisioni amministrative volte alle politiche ambientali sono ormai da tempo rodate. Tra queste svetta al primo posto per l'anno corrente la città di Trento, subito seguita da centri come Bologna, Firenze, Pordenone, Bolzano, Mantova.