Nove ore di lavoro necessarie per vincere le fiamme
MONREALE, 4 agosto – Un chilometro di fronte, venti ettari di bosco coinvolti, otto squadre del Corpo forestale della Regione impegnate, più di cinquanta uomini utilizzati, nove ore di duro lavoro, due elicotteri Sierra, un elicottero S64, tre canadair.
Sono i numeri, drammatici, dell’incendio che da stamattina ha aggredito e distrutto parte del bosco di Casaboli, polmone verde del comprensorio, tra Monreale e Pioppo.
Era da tempo che non si viveva l’incubo degli incendi estivi. La speranza, che sembrava materializzarsi, era che i piromani (meglio dire delinquenti) fossero andati in vacanza al mare. Ed invece l’inferno è tornato, con tutto quello che di brutto poteva portare.
Per domare le fiamme, come detto, è stato necessario l’impiego, di elicotteri e Canadair, che hanno fatto la spola ininterrottamente per bombardare dall’alto il fronte dell’incendio, che – prova della dolosità dell’origine – era dislocato su più punti.
Soltanto da qualche minuto l’incendio tecnicamente può considerarsi domato, ma a tutt’ora sono in corso le operazioni di bonifica, che, verosimilmente, andranno avanti per tutta la notte.
Al lavoro pure la squadra della Protezione civile comunale, che ha dato il suo contributo anche per domare altri due piccoli incendi che si erano propagati dalle parti di Pioppo e dell’Acquapark, che mettevano a rischio alcune abitazioni.
Sul posto, considerata la gravità della situazione, si è portato pure l’assessore regionale al Territorio, Gian Maria Sparma, accompagnato dal dirigente generale del Corpo Forestale, Pietro Tolomeo. «Ho potuto constatare - ha commentato - la grande efficienza e professionalita' degli uomini del Corpo forestale e degli addetti al servizio antincendio. E' grazie al loro impegno che il nostro patrimonio boschivo, ogni estate, non viene messo a serio rischio estinzione».
«Purtroppo - ha aggiunto l’assessore alla Protezione Civile, Nino Dina - le previsioni ottimistiche di Tolomeo, sono state smentite e si scontrano con l’amara realtà che oggi riscontriamo. C’è ancora molto da fare sul piano della prevenzione e della repressione».
«Questo ulteriore danno ambientale - ha detto pure il vicesindaco Salvino Caputo - rischia di determinare uno stravolgimento ambientale del nostro territorio. Già lo scorso anno vi sono stati distacchi di massi e terriccio che è rovinato sulla strada determinando la interruzione dei collegamenti con gravi danni per le attività produttive».
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