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Prosegue bene il restauro del pavimento del Duomo

| Maria Modica | Cronaca varia

Prezioso il lavoro di cesare Tinì della Soprintendenza 

MONREALE, 2 agosto - Continua con successo il restauro sui mosaici pavimentali del transetto sinistro del duomo. La Fabbriceria, presieduta da monsignor Antonino Dolce, ha acquistato i materiali e la sovrintendenza ai Beni culturali ha predisposto il progetto e l’esecuzione dell’intervento. Un’intesa grazie alla quale sarà possibile ridare lustro all’ala più antica del pavimento. «I nuovi studi – ha spiegato Cesare Tinì, il restauratore incaricato dalla soprintendenza – hanno evidenziato che i mosaici pavimentali del transetto sinistro sono quelli originari, risalenti all’epoca di Guglielmo II. La loro configurazione è molto più ricca rispetto al resto del pavimento. A caratterizzare il transetto sinistro, e a connotarlo dal punto di vista stilistico, sono la pasta vitrea di vari colori e il vetro ricoperto dalla foglia d’oro. Una peculiarità che non si riscontra in nessun’altra area pavimentale del duomo, realizzata soltanto con pietre di varie tipo».

Per effettuare l’intervento è stato coinvolto anche un laboratorio di Venezia cui sono stati inviati dei campioni di pasta vitrea e vetro con foglia d’oro, affinché gli artigiani veneti ne realizzino la quantità sufficiente e i colori adeguati a restituire il cromatismo originario.

Il progetto di restauro prevede, infatti, l’integrazione di tutte le lacune, il recupero delle policromie originarie e la rimozione dei vecchi interventi di restauro eseguiti con scarso criterio scientifico. Il calpestio di migliaia di turisti ha rischiato di danneggiare la configurazione del transetto sinistro, ma le maestranze che lo eseguirono, più o meno novecento anni fa, conoscevano a dovere l’arte musiva.

«Quest’area del pavimento – ha aggiunto Tinì – rischiò di essere perduta per sempre nell’Ottocento, quando per quasi cinquant’anni il soffitto rimase scoperto, in seguito ad uno spaventoso incendio, e le intemperie si abbatterono sui mosaici. E’ davvero stupefacente che nonostante tutto la configurazione musiva si sia mantenuta e siano ancora riconoscibili lo stile e alcuni tratti davvero unici, come l’effetto bassorilievo dei pannelli rispetto al pavimento. Le tessere sono posizionate un po’ più in alto rispetto al piano marmoreo. Le integrazioni posticce sono ben riconoscibili dalla collocazione simmetrica rispetto al piano, mentre le tessere originarie sono, oltre che le più consumate, anche le più alte».

Sembra che lo stesso tipo di pavimento del transetto sinistro, tanto diverso dalle forme razionali e geometriche delle altre aree, possa ancora trovarsi al di sotto del livello attuale del presbiterio poiché è verosimile ritenere che se all’epoca Guglielmina era già stato ultimato il transetto sinistro non poteva non essere definito anche il presbiterio.Insieme alle altre policromie, Tinì è già al lavoro per restaurare l’affascinante pannello con le quattro lepri in girotondo, uno dei più ammirati dai turisti attenti.

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· Enzo Ganci · Editoriali

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