Non è vero che vengono stoccati tutti assieme, vanificando il lavoro degli utenti
MONREALE, 6 agosto – Forse è il caso di sfatare un diffuso luogo comune. Di confutare una “boutade”, purtroppo radicata e tenace: “I cittadini fanno la differenziata, ma poi tutti i rifiuti vengono ammassati in un unico posto senza distinzione”.
È questa la convinzione di tanti cittadini che la utilizzano per giustificare le loro inadempienze e per mettersi a posto con la coscienza, in nome di un comportamento (presunto) degli addetti ai lavori, che vanificherebbe il paziente compito di differenziazione svolto dall’utenza.
Nulla di più falso e di più sbagliato: i rifiuti che i cittadini differenziano prendono delle strade diverse, dopo essere stati raccolti dagli addetti ai lavori. Vediamole allora queste destinazioni. La carta, il vetro, la plastica e gli ingombranti finiscono nella piattaforma di Ecogestioni di Bagheria, dove vengono stoccati, prima di finire ai consorzi di filiera, che poi provvederanno a dare ai Comuni il corrispettivo in denaro, a seconda delle quantità di rifiuti consegnate (non appena ne saremo in possesso pubblicheremo i dati relativi a quanto il Comune di Monreale ha intascato grazie alla differenziata).
L’umido finisce a Catania in una piattaforma nella quale si produce il compost dopo opportuno trattamento (fino a qualche tempo fa la sede era Marsala, ma adesso l’azienda presso la quale conferiva la ditta Mirto ha chiuso i battenti).
L’indifferenziato, infine, viene destinato presso l’impianto di biostabilizzazione della Eco Ambiente che opera nei pressi della discarica di Bellolampo. Chiaramente queste indicazioni sono riscontrabili e documentabili dai formulari degli operatori viaggiano quotidianamente alla volta di goni singola destinazione per stoccarvi le varie tipologie di rifiuti.
Evitiamo, allora, di tentare di giustificare il nostro comportamento prendendo a pretesto certe falsità. Se è vero che il processo di differenziazione dei rifiuti può subire dei concreti miglioramenti, è altrettanto vero che la spinta iniziale dobbiamo darla noi.