Una monrealese negli USA rischia l'estradizione in Italia per un reato commesso 10 anni fa

La donna soffre di diverse patologie

NEW YORK, 20 giugno - Rischia l'estradizione per un atto illecito compiuto ormai 10 anni fa. E' la storia paradossale di Maria Renda, 57enne nata a Monreale e residente da 50 anni negli Stati Uniti.

La sua storia sta circolando ormai da settimane sulle pagine dei più importanti quotidiani statunitensi. Maria Renda fu arrestata un mese fa dal dipartimento dell'immigrazione americano per essere rimpatriata in Italia.
La donna, che soffre di schizofrenia bipolare, lupus e depressione, è stata liberata qualche giorno fa ma rischia ancora il rientro forzato in Italia. Nel 2001 fu arrestata per possesso di una pipa di vetro per fumare crack ma dopo quell'episodio ha seguito percorsi terapeutici e terapie riabilitative: «Tutti hanno un passato, devi avere la possibilità di aggiustare la tua vita. L'America è il Paese della "second chance" - ha detto Maria - ma a me sta per non essere data».
In Italia Maria ormai non ha più un parente e il suo rimpatrio sarebbe dunque dolorosissimo. Per giunta la donna necessita di cure mediche continue.
«Non è chiaro ancora quale siano i parametri usati dall'Immigration and Customs Enforcement Agency verso la signora - ha detto l'avvocato specialista in immigrazione, Stephen Brownstein. Non conosco i particolari della condanna della signora Renda, quindi non posso entrare nello specifico, quello che mi sorprende in questo caso è sia l'entità del crimine commesso che la decisione maturata 10 anni dopo la condanna».


Secondo quanto la donna ha riferito, durante il periodo di detenzione le è mancata totalmente l'assistenza medica. Il fratello di Maria, portavoce della famiglia Renda in questi giorni, ha dichiarato: «Averla riportata a casa è già un'incredibile svolta degli eventi. Il fatto che la salute di Maria sia notevolmente peggiorata durante il periodo di detenzione è un problema maggiore. Credo che questo sia il lato oscuro della politica del dipartimento d'immigrazione». 

fonte: www.voceditalia.it