Amarcord: il Centro d’Arte Kάλλιστα dove si esaltava la bellezza e lo spirito creativo

Un centro d’arte tra i vicoli dell’antico quartiere del Pozzillo a pochi passi dalla casa natale del poeta Antonio Veneziano. LE FOTO

MONREALE, 15 luglio - Un cancello a fisarmonica di colore nero, impolverato chiude l’ingresso del locale che un tempo ospitava il Centro d’arte Kάλλιστα, al civico 9 di via Veneziano al Pozzillo il più antico quartiere di Monreale, poco vicino la fontana fatta erigere dall’Arcivescovo Ludovico Torres, e la casa natale del poeta e drammaturgo siciliano Antonio Veneziano.

Il Centro d’arte apre alla Città nel lontano aprile dell’anno 1989, con la mostra personale dell’artista monrealese Piero Sabella, (pittore, gentiluomo, scomparso nel maggio del 2010) fondatore del Centro. Ad inaugurarlo fu l’Assessore ai Beni Culturali del Comune di Monreale, il prof. Pino Giacopelli, alla presenza di un composito pubblico.
Un’esposizione di poco più di trenta opere, alcune in “Lecortecòl”, altre in pittura acrilico, olio, tecnica mista.
Un Centro polivalente che si prefiggeva come obiettivo di offrire una adeguata visibilità agli artisti delle più disparate tendenze, esponendo alla fruizione collettiva, dipinti, sculture, oggetti artistici, ma anche manufatti di tendenza, creati in ambito regionale.
L’apertura del Centro d’arte, fu un momento importante e significativo per la cittadina di Monreale, che seppur non troppo vivace, era ricca di fermenti.
Il Centro fu sostenuto da articoli di stampa che avevano contribuito e richiamato l’attenzione sulla galleria dei tanti visitatori e curiosi, giunti a Monreale da Palermo e dalla provincia, tanto da restare aperto la domenica e in alcuni giorni festivi per parecchi anni, sino al 1995.
Ho incontrato il direttore del Centro d’arte Kάλλιστα, (le cose più belle) l’architetto Natale Sabella, professionista noto a Monreale, che in passato ha ricoperto cariche politiche, e nell’ultima competizione elettorale si è presentato ai cittadini monrealesi come candidato Sindaco, con il quale ho intrattenuto una piacevole e amabile conversazione, uno scambio di opinioni riguardo l’arte in Sicilia, ma anche in merito all’indifferenza in atto che riguarda la città e il territorio monrealese, si è parlato dell’abbandono, del degrado che affligge Monreale in questi anni.
Una città sempre più stressata, nevrotica, che vive un caos urbano, pressoché incomprensibile, inutile.
Entrato nel suo studio, mi conduce nello spazio espositivo, dove in passato vennero allestite alcune mostre, un ambiente nel quale il tempo sembra essersi fermato; alle pareti le opere del maestro scomparso, in permanenza esposte alla pubblica visione dal 1995 al 2010.
Natale Sabella, ripercorre le tappe di quell’interessante periodo, con enfasi e con una punta di malinconia, accenna agli scopi, agli stimoli che la galleria ha offerto all’ambiente cittadino monrealese e non solo, parla del quartiere, dei fermenti artistici, degli ultimi quindici anni del secolo scorso.
Ricorda che il Centro d’arte, fu un luogo di dialogo e di confronto, incontro e discussione, frequentato da intellettuali, artisti, professionisti, docenti, gente comune, che hanno offerto il loro contributo.
L’obiettivo era divulgare l’arte, la creazione artistica, ricreare lo spirito umano, valorizzare le attività, le tendenze allora in atto. Un Centro culturale, artistico, inteso come tessera, tassello parte di un mosaico della società civile monrealese, al servizio di un territorio che ci appartiene. Un emittente di segnali di bellezza, forme di creatività stimolanti.
Uno spazio nel quale in tanti hanno vissuto un momento della loro vita, poco distante dal quel prestigioso monumento, che è la Cattedrale di Monreale e il complesso abbaziale.
Testimonianza ricordo di un’epoca in cui tanti avevano a cuore il prestigio di Monreale, la sua gloriosa storia, luogo nel quale si discuteva del fecondo passato e in che modo costruire un futuro dignitoso alla nostra Monreale.
Nel volgere di venti anni trasformata anziché in meglio in peggio se messa al confronto col passato, in molti aspetti diversa, evanescente soprattutto nei rapporti umani e sociali.
Una Monreale che mostra inesorabilmente i segni di un disfacimento, che vive un abbandono che tutti sperano si arresti, che lascia attoniti e senza parole, produce smarrimento, decadenza, il cui emblema è rappresentato da quel cancello nero impolverato di un Centro d’arte che seppur rimasto attivo per parecchi anni, oggi non esiste più.