Esentati gli anziani con un reddito inferiore agli 8mila euro
ROMA, 20 febbraio – Grazie all’aumento della fascia di esenzione del canone Rai, saranno 350 mila gli utenti che, appartenendo ad una fascia di reddito certamente non elevata, saranno esonerati dal pagamento.
E’ notizia di poche ora fa, infatti, la firma del decreto da parte dei ministri Pier Carlo Padoan e Carlo Calenda e del quale si è fatto portavoce il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, durante la presentazione dei risultati del 2017 che si è tenuta ieri nella sede della direzione generale dell’Agenzia del Demanio.
Ma se per certi versi la nuova decisione del Mise e del Mef può rappresentare un segno di rispetto e riconoscimento del Governo nei confronti degli “anziani” in difficoltà, le spiegazioni fornite dallo stesso Gentiloni, appaiono ambigue e – un tantino – inconciliabili. “So quanto la tv sia importante soprattutto per queste fasce sociali in difficoltà e sole”.
Impossibile generalizzare di fronte a simili questioni, ma altrettanto in disaccordo suonano le parole usate da Gentiloni nel tentativo forzoso di “giustificare” il collegamento sancito dal recentissimo decreto che lega indissolubilmente “l'anagrafica” allo “stato economico” di un cittadino, che - com'è noto a tutti - soffre spesso di “solitudine”, prescindendo anche dalla classe economica d'appartenenza.
“Io che mi sono occupato di televisione – ha aggiunto ancora il presidente del Consiglio che oltre ad essere giornalista professionista è stato anche ministro della Comunicazione con il governo Prodi – so quanto sia importante per queste persone la tv”.
Ed è stato così che, nonostante tale considerazione, piuttosto che estendere l’esenzione dal pagamento del canone Rai a tutti gli “over 75” è stato deciso di “riservarla” a coloro che oltre al requisito anagrafico previsto, hanno un reddito inferiore agli 8mila euro.
E', purtroppo, ben risaputo che la maggior parte degli anziani di oggi trascorre gran parte del proprio tempo tra le quattro mura domestiche. Ciò è sicuramente rapportabile alla solitudine, brutta piaga con la quale molto spesso si trovano a fare i conti. Non è da tralasciare che la vecchiaia e la conseguente scarsa efficienza e apatia, portino con sé una ristrettezza delle relazioni sociali e una noia difficile da sormontare. Ed è proprio per questo motivo che l’anziano, sempre più spesso, tenta di ingannare il tempo trascorrendo le sue giornate in compagnia della settimana enigmistica, al telefono, leggendo libri o giornali ma soprattutto guardando la tv, che – non bisogna dimenticarlo – svolge comunque anche l’utilissima funzione di tenere aggiornati tutti.
Ebbene sì! È sicuramente un dato di fatto che la televisione è considerata una “compagnia”. La facilità unica di premere un pulsante per poter udire delle voci è senz’altro una rassicurazione e un potente rimedio contro la solitudine in età avanzata, al punto tale che diventa sempre più frequente entrare nelle case dei “meno giovani” e trovarla sempre accesa.
Confidiamo che chi ci governa tenga sempre conto di tutto ciò, attenzionando tutti i cittadini a prescindere dalla fascia economica di appartenenza.