La riceca di Massimiliano Cardinale ha già fatto il giro del mondo
MONREALE, 2 agosto – Parla monrealese l'importante ricerca scientifica sulle spugne da cucina "The sponge study" pubblicata nella rivista “Scientific Report”, che rivela la presenza di pericolosi agenti patogeni nell'attrezzo più usato in cucina.
Massimiliano Cardinale, dal 2014 ricercatore in Germania presso la Justus-Liebig-University di Giessen, Institute of Applied Microbiology assieme a Markus Egert, docente dell'Institute of Precision Medicine dell'Universitá di Furtwangen, ha studiato le spugne da cucina e le conseguenze a cui possono incorrere tutti coloro che le usano.
“L'idea era di caratterizzare un habitat molto peculiare per il quale non si avevano dati sufficienti riguardo al microbioma (un insieme di mocroorganismi che vivono in un cero habitat) totale - spiega Cardinale -. Abbiamo scoperto più di 350 specie batteriche, tra cui vari "patogeni opportunisti", ovvero quelle specie che, per le persone sane, sono normalmente innocue ma che possono causare infezioni in individui immunocompromessi: ad es., varie specie di Acinetobacter, Chriseobacterium hominis e Moraxella osloensis. Quest'ultima – prosegue il ricercatore monrealese - è anche nota perché causa cattivi odori nei vestiti asciugati male e nelle lavatrici, quindi risulta essere la maggiore indiziata come responsabile del cattivo odore delle spugne da cucina. Per rendere l'idea di questa concentrazione, se i batteri fossero grandi come palloni da calcio, sarebbe come averne 10.000 su un unico campo. Nel nostro studio inoltre abbiamo osservato che le spugne che vengono regolarmente "sterilizzate" tramite microonde o con prodotti specifici mostrano una concentrazione addirittura più alta di patogeni opportunisti, probabilmente perché queste specie sono molto resistenti, sopravvivono al trattamento e tornano a colonizzare velocemente la spugna liberi dalla concorrenza di altri microorganismi. Pertanto e più consigliabile cambiare spesso la spugna, per esempio una volta a settimana, piuttosto che "sterilizzarla" e continuarla ad usare”.
Massimiliano Cardinale non è nuovo a questo tipo di studi. Infatti ha già partecipato a una ricerca in collaborazione con l'università di Algarve nel 2014, in Portogallo, sulla presenza di batteri nelle spugne di mare. Attualmente sta elaborando uno studio sui microbiomi associati con le piante, per decifrare le interazioni pianta-microrganismo ed utilizzarle per migliorare le tecniche di agricoltura sostenibile basate sull'uso di prodotti biologici.
“Per esempio, in questo momento - ha detto Massimiliano Cardinale - sto studiando i batteri benefici che vivono dentro i semi, i quali vengono "selezionati" dalla pianta madre per passarli in "eredità" alla generazione successiva”.
Oltre alle collaborazioni in Germania, il ricercatore monrealese partecipa a progetti in cooperazione con varie Università italiane, Palermo, Milano e Lecce, Svizzere, Portoghesi e con istituti di ricerca in Arabia Saudita, Colombia e Cile.