Tanta gente alla marcia della Pace Interreligiosa di Cinisi: “Tutti possiamo essere, costruttori, artigiani di pace”

Nicola Giacopelli

L’arcivescovo di Monreale alla testa della manifestazione organizzata dalla diocesi. LE FOTO

CINISI, 2 gennaio – Con una buona partecipazione di gente si è svolta oggi pomeriggio a Cinisi la Marcia della Pace Interreligiosa, organizzata dall’arcidiocesi di Monreale, alla quale hanno preso parte i rappresentanti delle comunità cristiane Valdese, Metodista e Ortodossa, l'Imam di Palermo e i rappresentanti delle comunità religiose Ebraica, Buddista Indù , la CISL e il Movimento Cristiano Lavoratori della provincia di Palermo.

“La nonviolenza - ha detto l’arcivescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi nel corso del suo discorso - è talvolta intesa nel senso di resa, disimpegno e passività, ma in realtà non è così. Quando Madre Teresa ricevette il premio Nobel per la Pace nel 1979, dichiarò chiaramente il suo messaggio di nonviolenza attiva: «Nella nostra famiglia non abbiamo bisogno di bombe e di armi, di distruggere per portare pace, ma solo di stare insieme, di amarci gli uni gli altri. E potremo superare tutto il male che c’è nel mondo».

La nonviolenza praticata con decisione e coerenza ha prodotto risultati impressionanti. I successi ottenuti dal Mahatma Gandhi e Khan Abdul Ghaffar Khan nella liberazione dell’India, e da Martin Luther King contro la discriminazione razziale non saranno mai dimenticati. Le donne, in particolare, sono spesso leader di nonviolenza, come, ad esempio, Leymah Gbowee e migliaia di donne liberiane, che hanno organizzato incontri di preghiera e protesta nonviolenta ottenendo negoziati di alto livello per la conclusione della seconda guerra civile in Liberia.
Papa Francesco ha detto che è in corso una guerra mondiale che si esercita “a pezzi”, in modi e a livelli diversi, che provoca enormi sofferenze: guerre in diversi Paesi e continenti; terrorismo, criminalità e attacchi armati imprevedibili; gli abusi subiti dai migranti e dalle vittime della tratta; la devastazione dell’ambiente.

Essere veri discepoli di Gesù oggi significa aderire anche alla sua proposta di nonviolenza attiva prevenendo e contrastando tutti i comportamenti ispirati alla violenza fisica e morale a partire dalla violenza di stampo mafioso.
Esprimiamo la più ferma condanna per gli atti di guerra, di terrorismo e di violenza che hanno provocato anche in questi giorno tante le vittime innocenti in Siria, in Iraq,in Turchia,in Africa e in vari paesi europei.
Esprimiamo la nostra vicinanza e solidarietà al Sovrintendente della Polizia di Stato che è stato ferito a Firenze nel tentativo di disinnescare un ordigno e a tutte le forze dell’Ordine.

Un’etica di fraternità e di coesistenza pacifica tra le persone e tra i popoli non può basarsi sulla logica della paura, della violenza e della chiusura, ma sulla responsabilità, sul rispetto e sul dialogo sincero, che esige una politica in favore del disarmo, la proibizione delle armi nucleari, la condanna di ogni tipo di violenza domestica e gli abusi su donne e bambini.
Operare in questo modo significa scegliere la solidarietà come stile per fare la storia e costruire l’amicizia sociale. La nonviolenza attiva è un modo per mostrare che davvero l’unità è più potente e più feconda del conflitto.
Ogni azione in questa direzione, per quanto modesta, contribuisce a costruire un mondo libero dalla violenza, primo passo verso la giustizia e la pace.
«Tutti desideriamo la pace; tante persone la costruiscono ogni giorno con piccoli gesti e molti soffrono e sopportano pazientemente la fatica di tanti tentativi per costruirla». Tutti possiamo essere, costruttori, artigiani di pace».