Nassiriya, stamattina una messa di suffragio per Domenico Intravaia

Il vicebrigadiere è stato ricordato pure dai bambini della “Morvillo”

MONREALE, 12 novembre – Si è celebrata stamattina nella chiesa di San Castrense, patrono di Monreale, una messa di suffragio in ricordo del vicebrigadiere Domenico Intravaia, caduto a Nassiriya il 12 novembre 2003.

Alla messa, officiata da Don Salvatore Falzone, cappellano militare della Legione Carabinieri Sicilia, hanno partecipato i familiari della vittima, il comandante della Legione Carabinieri Sicilia, Generale di Brigata Riccardo Galletta, e il vicesindaco del comune normanno, Giuseppe Cangemi. Erano presenti, inoltre, rappresentanti della sezione monrealese dell’Associazione Carabinieri in congedo e una rappresentanza del Cobar legionale.
Al termine della celebrazione, alcuni bambini della scuola “Francesca Morvillo” hanno letto alcuni pensierini da loro composti incentrati sul ricordo del caduto di Nassiriya e sul valore dell’azione dell’Arma dei carabinieri. I bambini erano stati pure i protagonisti della cerimonia di scopertura di una lapide intitolata ad Intravaia, realizzata dal maestro Nicolò Giuliano, esposta nello spazio esterno della caserma di via Biagio Giordano, sede del comando del Gruppo carabinieri “Monreale.

Ecco alcuni dei pensierini dei bambini:

PACE SOLO PACE
Noi vogliamo la Pace!
Per questo motivo vogliamo continuare ad onorare
Il brigadiere Domenico Intravaia e tutti i nostri caduti
Perché sono morti per un mondo più giusto
un mondo dove uomini e donne possano vivere senza il terrore di morire
un mondo dove i bambini possano trovare il sorriso
e possano guardare con serenità al loro futuro.

PER NON… DIMENTICARE
Tredici anni or sono
che i nostri militari
in Iraq andati
non sono più tornati.
la forza e il coraggio dimostrati
dalla nostra mente non verranno mai cancellati

E’ facile riconoscere in questo mondo logoro uomini davvero speciali che con il loro straordinario coraggio, la loro grande umanità, hanno tentato invano di riportare pace e serenità tra il popolo iracheno in quel lontano novembre 2003.
Carabinieri devoti al loro lavoro, fedeli alla propria missione ma anche semplicemente padri, fili, fratelli, zii.
che oggi noi con onore ricordiamo
e con orgoglio chiamiamo EROI