Ragazzi, non fatevi regalare ghirlande dai vostri genitori

Un fiume di gente per l’ultimo saluto ai tre ragazzi di Pioppo. LE FOTO

MONREALE, 3 novembre - Un popolo. Migliaia di persone, non un’iperbole, ma la realtà, con gli occhi gonfi e con i fazzoletti in mano, hanno voluto tributare oggi pomeriggio l’ultimo saluto ai tre ragazzi di Pioppo, che martedì sera hanno perso tragicamente la vita in un incidente stradale, quando la loro macchina è andata a schiantarsi contro un muro, dopo essere uscita fuori strada ed aver carambolato come in un flipper impazzito.

Per salutare Angelo Marceca, 19 anni, Giacomo e Giosuè Guardì, rispettivamente 19 e 16 anni, la frazione si è fermata, invasa da un fiume di gente proveniente da Monreale e non solo.
La piccola chiesetta di San Giuseppe, una delle due della borgata (l’altra è quella di Sant’Anna, patrona di Pioppo) che può contenere poco più di cento fedeli, è stata letteralmente assalita da almeno tremila persone. Difficilissimo entrare, tanto che il fiume di gente è “straripato” presto lungo la strada provinciale, al punto che è stato necessario l’ausilio di Polizia Municipale e carabinieri per regolare la viabilità che, altrimenti, sarebbe stata impossibile da governare. Famiglie, persone anziane, ma soprattutto tanti giovani hanno voluto dare l’ultimo saluto agli “angeli” di Pioppo. Compagni di studi, di gioco, di svaghi dei tre ragazzi che non ci sono più e che adesso tutta Pioppo piange.

Ad officiare la funzione è arrivato l’arcivescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi, al quale, dopo la celebre pagina delle “Beatitudini”, tratta dal Vangelo di San Luca, conosciuta pure come “Il discorso della montagna”, è toccato il difficile compito di trovare le parole giuste per tentare di lenire l’immenso dolore delle famiglie. Il prelato ha invitato tutti, familiari ed amici in primo luogo, ad aggrapparsi alla fede per trovare la forza di andare avanti in questo momento così duro.
“Oggi Gesù – ha detto il presule nel corso della sua omelia – vuole venire ad incontrare anche noi per condividere con noi il nostro dolore. In mezzo a noi, in modo molto reale benché invisibile, partecipa a ciò che sperimentiamo. Nella sua vita sulla terra, ha incontrato la morte degli altri. Ha pianto vicino all’amico Lazzaro e ha consolato le sue sorelle; è stato presente mentre una madre conduceva il figlio unico alla sepoltura. Per noi credenti l’ultima parola - ha detto ancora Pennisi – è una parola di speranza nella vita eterna fondata sulla fede nella resurrezione dei morti e nella vita eterna. Oggi, la nostra fede in lui non ci impedisce di essere tristi, ma ci aiuta a perseverare nella fiducia. Sappiamo bene che la morte di una persona che amiamo e soprattutto la morte di un figlio, produce una ferita incancellabile nel cuore. Vorremmo esservi così vicini – con la preghiera e l’affetto – da lenire almeno un poco la vostra sofferenza. Vorremmo che non vi sentiste soli nel vostro dolore, ma sapeste che la comunità cristiana vi è vicina. Ma soprattutto – ha concluso l’arcivescovo – vi chiediamo con tutto il cuore: continuate a custodire dentro di voi l’amore e la stima per la vita. Il ricordo dei vostri figli, della loro giovinezza esuberante, vi spinga ad amare ancora di più, a comprendere ancora meglio le sofferenze e le angosce degli altri, a rinnovare la fede in Dio e la speranza nella vita”.

Difficile, poi, trattenere le lacrime quando sul pulpito è salito Giuseppe Marceca, operatore del 118, padre di Angelo, uno dei tre ragazzi scomparsi. “Le parole non servono – ha detto – ma i piccoli gesti possono fare grandi cose. Promettetemi – ha aggiunto rivolgendosi ai tanti ragazzi presenti – di non farvi regalare mai ghirlande dai vostri genitori”. “Con la fede andremo avanti – ha affermato poi la mamma di Giosuè, il più piccolo dei tre ragazzi – e staremo sempre vicini ai nostri figli che adesso sono angeli”.
Al termine della funzione il lunghissimo corteo, al quale hanno preso parte le migliaia di persone presenti, si è snodato come un serpentone lungo la strada principale di Pioppo, la Provinciale, con il silenzio rotto solo dalle preghiere di don Nicola Di Lorenzo, il parroco della borgata alle porte di Monreale. All’uscita del centro abitato, quindi, il corteo a piedi si è sciolto ed è cominciato quello delle macchine dirette verso il cimitero di Monreale, dove i tre giovani sono stati seppelliti.
Frattanto ,oggi pomeriggio, dopo che il sindaco Piero Capizzi aveva proclamato un giorno di lutto cittadino, il Consiglio comunale che avrebbe dovuto discutere, tra le altre cose, un punto all’ordine del giorno riguardante la scuola materna di Pioppo, proprio per motivi di lutto, su proposta del presidente Giuseppe Di Verde, è stato rinviato al prossimo 24 novembre alle 17.30.