Quella stretta di mano con Papa Bergoglio

Il Pontefice incontra i medici della "Medicina Solidale": c'è anche una monrealese

ROMA, 1 novembre – “Ho una sorpresa per voi” aveva annunciato padre Konrad, l'elemosiniere del Papa “lunedì vi aspetto tutti alle 7 del mattino di fronte la chiesa di S. Anna e mi raccomando: portatevi il camice…”.

Io non avevo prestato molta attenzione, stavo visitando uno dei tanti bisognosi, nel piccolo ambulatorio creato da Sua Santità, sotto il colonnato di San Pietro.
“Allora lunedì prossimo sei dei nostri?” Mi fa Paolo, collega del Fatebenefratelli
“Ma quando?”
“Lunedì!”
“Ma io riparto venerdì!”
“Non importa cancella il volo e rimani, mica s'incontra tutti i giorni il Papa!”
“Ehhhh? Ma che dici? Ma io veramente non avevo capito! E poi non mi sono portata nulla!”
“Non importa, vieni lo stesso”.
Così, alle 6.30 di un 31 ottobre mattutino, dopo la paura del terremoto del giorno prima e una notte insonne, mi sono ritrovata in largo anticipo, col freddo pungente, ad aspettare con i colleghi, davanti l'entrata dell'antica chiesa del Vaticano. Eravamo un po' storditi, anche increduli. Poi ecco padre Konrad che ci saluta, tutto sorridente, e ci accompagna all'elemosineria per farci indossare il camice. “Dobbiamo perdere qualche minuto ma non c'è fretta, dobbiamo aspettare un vostro collega, un dentista che il sabato visita e cura la gente povera dei dintorni, l'ho scoperto tramite loro e sono riuscito a rintracciarlo e ad invitarlo”.

Felici di conoscerlo, saliamo su un pulmino, guidato dallo stesso elemosiniere e ci dirigiamo a Santa Marta. Sua eccellenza ci spiega che Sua Santità è solito incontrare i volontari poco prima di partire. Il Vaticano è grandissimo, io mi guardo attorno con stupore. Vedo pure un pompa di benzina e cerco di scoprire a quanto sta a litro. Arrivati a Santa Marta ci viene spiegato che è un alberghetto, nato per accogliere i prelati durante il conclave. Una volta entrati, veniamo accolti con un po' di stupore dalla sicurezza. “Il Papa riceve sempre senza avvisare” ci viene detto. Però ci guardano tutti sorridenti. Ad un certo punto arriva anche Sua Eccellenza Georg Ganswein, il segretario di Papa Benedetto XVI.

Padre Konrad ci presenta uno per uno. Noi siamo imbarazzatissimi ma padre Georg è gentilissimo e comincia a conversare con noi sul viaggio del Papa in Svezia, Lutero e l'impegno anche verso le famiglie dei profughi. Ad un certo punto si apre l'ascensore. Appare un abito bianco ed una valigietta nera, noi rimaniamo senza parole. Uno sguardo severo e indagatore ci osserva. Si avvicina e poi: “Santità questi sono i medici dell'ambulatorio sotto il colonnato” dice padre Konrad con orgoglio” ecco la nostra responsabile la dottoressa Ercoli, il nostro chirurgo vascolare il dottor Silli, il dottor Santini dentista...”. Il dottor Santini non resiste e, anziché stringere la mano, chiede: “Santità posso abbracciarla?” ed il Santo Padre: “Ma certo!” con un sorriso un po' imbarazzato. Il Papa, però, quel sorriso non lo perderà più. “La nostra dermatologa, la dotoressa Milazzo...” e mi stringe la mano, una stretta forte, sicura e mi dice “grazie...” un grazie che non si stanca di ripetere a ognuno di noi.

Ci lascia in regalo un rosario. Sta per partire, gli auguriamo il buon viaggio. Noi rimaniamo imbambolati, con gli occhi lucidi. Padre Konrad ci invita a colazione. Fuori c'è, oramai, il sole.
E' un altro lunedì, giornata di ambulatorio. Lì fra turisti e fedeli, nascosta fra le colonne portanti di San Pietro, la sua porticina torna a riaprirsi e ad accogliere altre vite dimenticate. Se non ci fossero dei camici bianchi a spuntare, ogni tanto, nessuno ci farebbe caso. Una visita, una chiacchiera e la consegna delle medicine per curarsi. Accanto le docce ed i barbieri. La conquista della “normalità”. Per noi la riconquista dell'umanità. Bergoglio è anche questo.
E ringrazio Sua Santità, padre Konrad e la dottoressa Lucia Ercoli, che hanno voluto fortemente l'ambulatorio di medicina solidale, per avermi accolto fra loro, insieme ai colleghi Emma, Paolo, Mimmo, Marieteresa, suor Valeria e Milena e, soprattutto, fatto capire che quella porticina può aprirsi ovunque ...