Piano di riequilibrio pluriennale, il “disallineamento” dei dati con l’Ato un “importante fatto d’incognita”

Così si è espressa la Corte dei Conti dopo la recente audizione

MONREALE, 24 ottobre – Costituisce certamente uno degli elementi di maggiore criticità per quel che riguarda le sorti del piano di riequilibrio pluriennale del bilancio l’esposizione debitoria che il Comune di Monreale presenta nei confronti dell’Alto Belice Ambiente spa.

La situazione è stata messa sotto la lente d’ingrandimento dalla Corte dei Conti nel corso della recente audizione sostenuta dai rappresentanti del Comune proprio davanti ai giudici contabili che non hanno esitato nella loro relazione a parlare di “importante fattore d’incognita”.
Tra i due enti è in corso di addivenire ad un accordo transattivo che, però, non è ancora stato raggiunto per un “disallineamento” dei dati che non consente ancora di chiudere la partita con la curatela fallimentare.
La transazione prevista dal piano è di 4.734.662,05 euro, ma così come ha osservato la Corte, è in atto un mancato allineamento contabile che ha determinato l’unilaterale rideterminazione dell’importo in4.700.000 euro non riscontrata dalla stessa curatela fallimentare.

“Nel monitoraggio del primo semestre – come scrivono i giudici contabili – era anche emerso un gruppo di fatture – di importo pari ad 1.981.569,01 euro - emesse dalla società e mai pervenute all’ente, che sarebbero state oggetto di tempestiva verifica”.
Sul punto, la Corte dei Conti afferma che “ad oggi nessun atto è stato definito e che rimane sussistente il mancato allineamento contabile e il successivo mancato riscontro da parte della curatela fallimentare. Rimane pertanto un importante fattore d’incognita nell’attuazione del piano. L’ente riferisce ancora una volta di incontri intervenuti con la curatela fallimentare ma che, ad oggi, nulla è stato raggiunto. Con le ovvie considerazioni di una difficile riconciliazione dei saldi, anche se a parere di questo collegio risulta inammissibile stante la natura delle due entità (Comune e società d’ambito), sulla parte del debito non in contestazione, l’ente dovrebbe effettuare i pagamenti, limitatamente a quanto previsto nel piano di riequilibrio, anche se nell’interesse dei creditori – privilegiati e non – della procedura fallimentare”.

Con riferimento alla ritardata estinzione delle passività, anche nei confronti di Alto Belice ambiente spa, il sindaco, in sede di adunanza, ha riferito che l’amministrazione, a seguito di verifiche interne, ha potuto constatare che una parte delle passività quantificate dagli uffici era stata in realtà già pagata in precedenza. Al fine, dunque, di scongiurare il rischio di doppi pagamenti per la medesima causale, Capizzi ha ritenuto doveroso che il comune, prima di pagare, effettui accurati riscontri con la documentazione in atti, peraltro talvolta difficilmente reperibile.

Il Collegio, nel prendere atto di tale circostanza, ha invitato l’amministrazione ad effettuare i doverosi controlli – anche in sede di riconoscimento dei debiti fuori bilancio - e ad adottare ogni iniziativa utile non solo a scongiurare danni alla finanza comunale, ma anche a ripristinare celermente l’assoluta correttezza, trasparenza e legalità dell’azione amministrativa, nella piena padronanza delle dinamiche di prevenzione – e, ove necessario, di repressione - di eventuali fattori di devianza.
Ha raccomandato, pertanto, la massima accuratezza dei controlli, da espletare in termini ragionevoli e senza pregiudizio per le pretese di terzi che vantano crediti di sicura esigibilità.

In una prospettiva di equilibrato contemperamento con gli obiettivi di riequilibrio programmati si pone certamente l’invito, da parte del Collegio dei revisori, a sbloccare i pagamenti “sulla parte del debito non in contestazione”, che merita adeguata considerazione con riferimento ai debiti di cui sia stata acclarata la piena liquidabilità.