Acquedotto Biviere, anche i componenti del Cda in quota Palermo rinunciano al gettone

Si allarga la questione. Il direttore ha già attivato i meccanismi di recupero delle somme

MONREALE, 14 luglio – Il sasso gettato nello stagno dell’acquedotto consortile Biviere, relativo alla vicenda compensi del Cda, sortisce l’effetto di produrre cerchi concentrici dal diametro sempre più largo e dagli effetti sempre più concreti.

Se nei giorni scorsi, come aveva anticipato Monreale News (leggi qui l’articolo), il presidente Giuseppe Massaro ed i componenti in quota Monreale, Biagio La Rosa e Simone Musso avevano manifestato la volontà di rinunciare all’obolo introdotto dalla delibera numero 15 dell’ottobre scorso, adesso la stessa strada viene seguita dai componenti del Cda nominati dal comune di Palermo Nino Lo Bello, Massimo Agricola e Giovanni Ferro. Anche questi tre, pertanto, dicono stop agli emolumenti, dichiarandosi disposti a restituire quanto finora percepito.

Il passo dei tre componenti, tra l’altro, viene suffragato dal revisore dei conti Ignazio Aiello che, dopo avere approfondito la questione, afferma di condividere la soluzione interpretativa del Comune di Palermo, che - come va ricordato - propendeva per la gratuità dell’incarico, invitando il consorzi, quindi, “a prendere i provvedimenti conseguenziali necessari e dare attuazione alla stessa”.
Dopo queste prese di posizione, quindi, non ha tardato ad attivarsi il direttore del consorzio Biviere, Enrico Russo, che ha già comunicato ai comuni di Palermo e Monreale, che reggono l’ente, di aver attivato già i meccanismi di recupero delle somme.
Al tempo stesso, però, non senza una punta di polemica, Russo non ha mancato di sottolineare un comportamento non lineare del comune di Palermo negli anni scorsi, proprio su questo argomento, rimarcando, inoltre, come anche il consiglio comunale di Monreale abbia respinto l’ordine del giorno presentato nel maggio scorso per affermare il ripristino della gratuità dell’incarico.

Sulla vicenda tornano ad intervenire i consiglieri comunali Giuseppe Guzzo ed Antonella Giuliano (CambiAmo Monreale), che in Consiglio avevano sollevato la questione, salvo poi dover constatare, nella seduta del 24 maggio, la volontà consiliare di non intervenire e di confermare, implicitamente, la correttezza della delibera “incriminata” relativa ai compensi. “La missiva trasmessa nella giornata di ieri - scrivono Guzzo e Guliano in una nota – dai vari protagonisti del Consorzio Biviere (Direttore amministrativo, membri del Cda e Revisore dei conti) con la quale viene comunicata ufficialmente da parte dei membri del Cda di voler sospendere i propri compensi e restituire quelli già percepiti, mette chiaramente in evidenza come sia già iniziato il rimbalzo di responsabilità che il Consorzio stesso ed i suoi membri tentano di attribuire in minor parte alla condotta del Comune di Palermo e, in buona sostanza, a quei consiglieri del Comune di Monreale che nel corso del consiglio comunale del 24 maggio scorso, hanno deciso di approvare i compensi nonostante avessimo fortemente tentato di far capire che si stava consumando un danno erariale di cui col proprio voto si rendevano corresponsabili.

Emblematica – proseguono – la dichiarazione del Revisore dei Conti che dichiara, solo oggi e non nel momento in cui ha dato parere positivo all'attribuzione dei compensi, di aver approfondito giuridicamente la questione e i documenti e di condividere la posizione del Comune di Palermo.
Se da una parte siamo contenti di aver evitato un danno a carico dei cittadini di circa 300 mila euro in un quinquennio (oltre alle sanzioni pecuniarie e giuridiche a carico dei responsabili) – concludono i consiglieri comunali – dall'altra ciò che emerge chiaramente e che ci preoccupa è la poca attenzione sulla gestione del denaro pubblico e la leggerezza con cui alcuni colleghi avvallano tale sistema senza avere pienamente consapevolezza delle proprie responsabilità e del danno che la loro superficialità arreca al cittadino”.
A fare ulteriore chiarezza, forse in maniera definitiva, sarà adesso la Corte dei Conti alla quale è stato chiesto un parere per definire la questione una vota a per tutte.