Dalla Curia ultimatum al Comune: “Ridateci la Torre Fornace”

L’immobile non sarebbe nella disponibilità del comune poiché di proprietà ecclesiastica

MONREALE, 6 luglio - Rischia di finire in Tribunale la querelle fra il Comune di Monreale e la Curia sulla Torre Fornace. Dopo la delibera del 28 giugno, con cui il Comune ha assegnato il monumento alle associazioni Acav e Avis, la Curia ha inviato un atto di diffida con cui chiede lo sgombero entro il 21 luglio.

Secondo la Curia, il Comune non potrebbe vantarne la disponibilità poiché di proprietà ecclesiastica. Nello scorso mese di febbraio l'arcidiocesi aveva richiesto la restituzione della torre. Il Comune, non soltanto ha fatto orecchie da mercante, ma si è spinto oltre, affidando il monumento a titolo oneroso.

"La Torre Fornace - si legge nell'atto di diffida - non può essere nella piena disponibilità del Comune, perché non fu mai soppressa, né entrò a fare parte del patrimonio dello Stato o del suo demanio, come altri beni del monastero dei Benedettini, per effetto della legge n.3036 del 7 luglio 1866; avvalorato dal fatto che nel verbale di consegna del ministero della Pubblica istruzione del 1875 non si fa menzione né della Torre, né della chiesa degli Agonizzanti, né della Torre ad essa annessa, situati di fronte all'ingresso della cattedrale di Monreale, ed esterni al monastero".

In ogni caso - si legge sempre nell'atto di diffida- i beni mobili e immobili di cui dispone il Comune per effetto della legge di soppressione delle corporazioni religiose, non possono essere alienati a terzi, né a titolo gratuito, né oneroso, almeno non senza il via libera da parte del Fec (Fondo Edificio Culto) fra questi gli immobili dell'ex convento dei Benedettini. La torre "Fornace", invece, non ne fa parte, come riconosciuto dallo stesso ministero dell'Interno.
La torre, nata come carcere e luogo di tortura, era stata concessa, nel 1521, al mosaicista monrealese, Pietro Oddo come vetreria e officina per i mosaici, da qui il nome "Fornace".