Due facce della stessa medaglia: la fontana di via Miceli fra storia e degrado

I residenti chiedono un intervento di bonifica e si appellano al senso civico dei “compaesani”. LE FOTO

MONREALE, 15 maggio - L’antichissima fontana delle Acque Nuove si trova in fondo alla via Miceli, poco prima dell’incrocio che unisce la via Benedetto Balsamo con la via Giuseppe Verdi.

In tempi antichi dalla fontana sgorgava acqua fresca e potabile. Le donne, munite dei loro lavatoi, vi si sedevano attorno per lavare i panni. Era anche fonte di appagamento per i contadini che, stremati dai lavori nelle vicine campagne, prima di rientrare in casa, vi facevano una sosta gradita approfittandone per rinfrescarsi. Oggi le sue condizioni precarie sono sotto gli occhi di tutti.
Dalla prospettiva principale, quella che ci si presenta davanti salendo dalla via Miceli, si nota subito il marmo rovinato, le erbacce che crescono fitte, i rubinetti ridotti a due buchi. Non è rimasto nulla, solo quello che sembra essere il dipinto di un’immagine sacra, adornata con qualche piantina, che una volta all’anno un parroco di una chiesa vicina venera celebrando un rosario.

Alle spalle della fontana, siamo sulla via Benedetto Balsamo, troviamo collocati, paradossalmente, dei contenitori della spazzatura e abbandonato lì per terra ogni sorta di rifiuti, la carcassa di un motorino, un vecchio lampadario.
Uno scempio, un monumento che, ben lontano dall’essere restaurato e valorizzato, risulta invece deturpato e privato della sua naturale bellezza.
Il lento degrado, raccontano i residenti, cominciò quando una lastra di marmo apposta nella parte alta della fontana cadendo distrusse la vasca sottostante. Qualcuno, la stessa notte, promettendone un immediato restauro, lo caricò in macchina e non si fece più vedere.

Da lì l’escalation che portò presto la fontana ad essere abbandonata e violata dalle scritte di cattivo gusto e dai sacchetti della spazzatura, che nel tardo pomeriggio, l’avvolgono quasi interamente.
I residenti, indignati da tanta indifferenza, chiedono un intervento di bonifica e si appellano al senso civico dei compaesani richiamandoli al rispetto di questo evocativo monumento storico che, come altri, da tempi lontani non splende più.