Questione rifiuti: Crocetta chiede lo stato d'emergenza e presenta un piano per lo sfruttamento dei cementifici siciliani

Gianfranco Zanna (Legambiente): "Ipotesi non pronta e praticabile nell’immediato”

PALERMO, 5 maggio – La giunta regionale chiede lo stato di emergenza per il settore rifiuti in Sicilia per un anno. Il presidente Crocetta ieri pomeriggio, infatti, dopo avere riunito la giunta che ha approvato un documento di sintesi sulla situazione generale delle discariche e le prospettive di breve periodo, ha dato il via alla richiesta.

Ma vi è di più. Il premier Renzi, infatti, riceverà nero su bianco la richiesta del governo siciliano di “poteri speciali” che consentano di agire sugli impianti attuali ma anche un vero e proprio “piano d'intervento che prevede la possibilità di sfruttare gli “impianti termoelettrici ed i cementifici appositamente attrezzati".

Le discariche, secondo le prospettive inviate a Roma stanno per esaurirsi ed il loro totale riempimento è previsto per fine maggio. L'alternativa quindi, sostiene Crocetta potrebbe essere sfruttare sei stabilimenti per la produzione di cemento, già individuati, utilizzando così i rifiuti come combustibile.

A rivelare il “piano segreto” della Regione e dell'assessore Vania Contraffatto è Repubblica Palermo in un articolo carico di dettagli per certi versi inquietanti e che stanno scatenando molteplici polemiche anche tra gli ambientalisti.
L’idea sarebbe semplice: i cementifici bruciano già combustibile, e quindi se nei loro forni andassero i rifiuti trattati l’impatto ambientale si ridurrebbe. “Utilizzare gli impianti già esistenti per smaltire i rifiuti – dice il presidente della Regione Rosario Crocetta – permetterebbe di inquinare meno. È una favolosa opportunità per alleggerire il sistema e allo stesso tempo evitare l’uso di combustibili fossili”. “Il combustibile – annota Giuseppe Napoli, il professionista incaricato di redigere l’adeguamento del piano – può essere utilizzato unicamente da cementifici in possesso dell'autorizzazione integrata ambientale basata sull'adozione delle migliori tecniche disponibili”. Nelle cementerie, secondo le stime della Regione, potrebbe finire circa il 20 per cento del carico destinato ai termovalorizzatori, se questi fossero realizzati.

Gli impianti dovrebbero essere quelli di Isola delle Femmine e Porto Empedocle (entrambi gestiti dall’Italcementi), Melilli (Sicical), Modica e Ragusa (entrambi Colacem) e Augusta (Buzzi Unicem).

“L’ipotesi – dice il presidente regionale di Legambiente, Gianfranco Zanna – non è pronta e praticabile nell'immediato. Questa ipotesi prevede innanzitutto la presenza degli impianti di selezione dei rifiuti per togliere l'umido e contestualmente bisogna adeguare le cementerie, che, a loro volta, devono essere autorizzate. Per questo ci vuole tempo, lo stesso per indire le gare e portare i rifiuti fuori dalla Sicilia. Il solo scopo del governo è fare scoppiare un'emergenza sanitaria e arrivare allo scellerato e fallimentare commissariamento”.

Secondo gli ambientalisti, infatti, battendo sulla raccolta differenziata, l'unica soluzione nell'immediato è “quella di portare i rifiuti fuori dall'Isola per un breve periodo, ma a condizione che si pratichino subito scelte e azioni per una non più rinviabile politica seria e sostenibile di gestione”.
Secca la replica dell'assessore al ramo, Vania Contrafatto che portando ad esempio quanto realizzato in Abruzzo, sostiene l'operazione addirittura “green” e già attuata in altre parti d'Italia.

"Una misura che riteniamo necessaria per fronteggiare adeguatamente la situazione ed evitare problemi di natura sanitaria a partire dal prossimo giugno", spiega l'assessore all'Energia e ai Rifiuti della regione siciliana, Vania Contrafatto.

Per la Regione, quindi, una sorta di “ultima spiaggia” in considerazione del fatto che il presidente Rosario Crocetta ha paventato un'emergenza sanitaria nell'Isola, con il ritorno dei cumuli di immondizia in strada. L'uso dei cementifici per bruciare i rifiuti non è alternativo ai termovalorizzatori, che comunque il governo Renzi vuole costruire in Sicilia. E' uno strumento in più, per risolvere ancora più velocemente l'emergenza, evitando la misura costosissima e imbarazzante dell'invio dei rifiuti all'estero.

A decidere le sorti della problematica rifiuti in Sicilia, quindi, sarà il governo nazionale con delle determinazioni che, lo speriamo tutti, confidiamo arrivino comunque in tempi brevi.