Il Comune davanti la Corte dei Conti: inalterate le criticità rilevate nello scorso mese di maggio

Diverse le situazioni nel mirino dei magistrati contabili

PALERMO, 24 marzo – Il Comune di Monreale in adunanza alla Corte dei Conti, per la prima verifica semestrale dell’esercizio del Piano di riequilibrio finanziario. A rappresentarlo, il sindaco Piero Capizzi e il segretario generale Domenica Ficano.

Non è stata una passeggiata, ma un contraddittorio vero e proprio che non ha risparmiato critiche nemmeno al collegio dei Revisori dei Conti del Comune, la cui relazione accompagnatoria è stata giudicata non esaustiva.
“Il loro lavoro – ha detto il presidente della Corte Maurizio Graffeo rivolgendosi al sindaco Capizzi – è stato supplito dall’istruttoria del consigliere Albo. Questa Corte non si occupa soltanto del comune di Monreale e il tempo in più dedicato a voi, è sottratto ad altri comuni”.
Entrando nel merito delle osservazioni, la Corte ha trovato inalterate le criticità rilevate in occasione dell’approvazione del Piano, lo scorso maggio.
Residui passivi, disallineamento fra impegni di spesa e spesa effettiva, mancato gettito Imu previsto e crollo di entrate e spesa, nel mirino dei magistrati contabili.
Secondo Capizzi e il segretario, i problemi rilevati dalla Corte deriverebbero da un equivoco metodologico. “Noi – ha spiegato Ficano – abbiamo lavorato su dati macro aggregati, la Corte chiede un prospetto analitico. È una novità per noi confrontarci con il Piano, la prossima volta ci adegueremo”.
Alcuni rilievi, però, hanno riguardato la sostanza. Ad esempio, la richiesta di chiarimenti sul crollo della spesa pubblica di 7 milioni di euro, nel 2015.
“Ipotizzando che siano stati assicurati tutti i servizi essenziali – ha detto il consigliere Albo – non vorrei che ci ritrovassimo con altri debiti fuori bilancio in futuro, per dei pagamenti non effettuati. Tali tagli, e i crolli nelle entrate, dovrebbero essere spiegati”. Prima che il segretario rispondesse, il presidente le ha ricordato che ogni sua rassicurazione in merito sarebbe stata verbalizzata. Ficano ha potuto fornire certezze soltanto sulle determinazioni che passano dal settore Finanziario, da lei supervisionato.
Rimane poi il mistero sui 500 mila euro che il comune deve versare ogni anno per il disavanzo di amministrazione, in aggiunta alla rata da 2 milioni e 200 mila euro, destinata a ripianare il debito pluriennale. Nella relazione giunta alla Corte dei Conti, i primi sono inseriti fra i secondi. Secondo l’amministrazione, si tratta di un errore di forma, ma l’ipotesi della svista ha lasciato perplessi i giudici contabili.