L’arte di Kanevsky a Monreale

La mostra è stata inaugurata sabato pomeriggio alla presenza della autorità

MONREALE, 14 marzo – Monreale sembra essere lo scenario perfetto per rendere omaggio al pittore russo Alexander Kanevsky nell’evento espositivo che ha per tema “La forza delle immagini”.

In mostra le alchemiche creazioni artistiche elegantemente curate dal critico d’arte Paolo Levi, secondo cui la “complessità semantica” dei dipinti di Kanevsky è riconducibile alla difficile lettura e decodificazione dei soggetti scelti dall’artista, frutto di complesse ricerche formali, che emergono dalle “sperimentazioni dove il magma cromatico si distribuisce e si sovrappone senza permettere alla nostra coscienza visiva un’interpretazione attendibile”. E in effetti, percorrendo le sale in cui sono esposte le opere di Kanevsky, possiamo ammirare una nutrita rappresentazione di un suggestivo percorso artistico che abbraccia cinquanta opere, realizzate dal 1994 al 2016, la cui narrazione conduce la mente del fruitore alle origini del narrare o alle inquietudini dello stesso nostro esistere o alla catarsi dell’anima, attraverso un percorso labirintico, dove si ritrovano le scene e i personaggi della mitologia greca, dell’Antico Testamento, passando attraverso la rivisitazione della moderna figurazione rinascimentale e del surrealismo o attraverso la rilevanza onirica di figure che inquietano il nostro inconscio e che spingono l’io ad attingere all’umana ragione che tutto però non può spiegare.

La mostra è stata inaugurata sabato scorso con una cerimonia di apertura nella Sala Consiliare del Comune di Monreale, alla presenza del sindaco Piero Capizzi, degli assessori Ignazio Zuccaro, Giuseppe Cangemi, del curatore Paolo Levi e dell’Editore Sandro Serradifalco, ideatore dell’evento, nonché di Kanevsky stesso, il quale ha arricchito la Collezione del Museo Civico G. Sciortino donando ufficialmente un dipinto dal titolo “Passions of Adonis”. Attraverso i suoi lavori, come ha incisivamente espresso Sandro Serradifalco, “l’artista riflette su una condizione umana portata all’estremo limite della sopportabilità, evidenziata nelle posture contorte delle sue figure trasfigurate dall’angoscia e da doloro esistenziale, che rievocano i busti michelangioleschi della Cappella Sistina. Sagome umane si fondono con essere mitologici o immaginari in un paesaggio brulicante di vita e in continuo mutamento, stagliandosi come statue su sfondi densamente cromatici”. Kanevsky, genio poliedrico e poliglotta, con un suo breve intervento ha descritto il quadro – il cui tema, come evidenzia il titolo, è tratto dalla mitologia greca e raffigura Alcione, la moglie Ceice e Persefone ­–, affermando che “dipingere una determinata cosa dà ragione al 50% o al più al 60%” tanto all’artista quanto al fruitore, poiché “il dipinto è una rappresentazione parziale del caos che l’opera proietta all’esterno”; e da appassionato studioso di mitologia classica e interprete analitico di temi ancestrali qual è, ha precisato che la tela esalta “il dio della bellezza mascolina”.

Il maestro ha infatti raffigurato Alcione nell’atto in cui la moglie Ceice lo “salva” aiutata da Persefone. Il critico Levi, nel suo intervento, ha sintetizzato il risultato pittorico di Kanevsky definendolo “fuori dal tempo e dalla storia”, aggiungendo infine che egli nelle sue tele “proietta il caos e ci mette in imbarazzo perché i miti non sono fuori di noi ma nella nostra coscienza”.

“Passions of Adonis”, con la potenza delle figurazione corporea dell’uomo e i volti femminili poste in alto, rivela la forza volitiva delle donne che sin dalle origini della narrazione mitologica non sono considerate come figure passive, essendo in grado di cambiare la sorte di un uomo, ma rivela anche la capacità di contrastare il dolore trovando una via di salvezza, come quella data ad Alcione e a Ceice da Persefone, per cui è possibile, nella misura in cui ciascun essere umano può, elevarsi, sublimare le passioni, e finanche presentare una realtà pittorica in modo che quel che è rappresentato in ogni quadro di Kanevsky può condurci al di là dei soggetti, del colore, della luce e dell’interpretazione che è sempre soggettiva e mai definitiva.

Le immagini, narrazioni simboliche delle opere, sono modalità espressive che mirano all’anima. Non è un caso se Kanevsky non impronta i sui lavori della creatività estemporanea dell’artista, dal momento che la sua formazione è tale che quel emerge dalla tela è anche il risultato di una formazione scientifica e culturale che rivela la complessa versatilità del suo impegno e della sua ricerca: oncologo e psichiatra, specializzato in medicina alternativa, laureato in letteratura, si presenta a noi in qualità di artista che esprime il suo essere considerato, a livello internazionale nel campo della pittura, il fondatore del “Nuovo Rinascimento contemporaneo”. La mostra, ideata e organizzata da EA Editore, con la collaborazione della Galleria Civica “G. Sciortino” di Monreale e il coordinamento di Ivana Forzieri, responsabile del settore Cultura, sarà visitabile sino al 22 marzo nel suggestivo Spazio Museale dell’Ex Monastero dei Benedettini, elegantemente allestito da Serradifalco S.r.l., sotto la direzione di Salvatore Ganci. Le opere di Kanevsky, provenienti da collezioni pubbliche e private, offrono una potente occasione di riflessione. L’evento è da non perdere perché è un occasione per pensare lo stato dell’arte e della cultura umanistica e scientifica come comune denominatore della nostra civiltà, con le sue potenti risorse e le sue ataviche e attuali inquietanti trasfigurazioni.