Cinque comuni palermitani nei guai per i debiti con l’Amia: Monreale “salva” per la transazione

 

A giugno, con tre milioni, era stata chiusa la pendenza con l’ex municipalizzata

MONREALE, 10 gennaio – Quella che sei mesi fa poteva sembrare una regalia che aveva sollevato tonnellate di polemiche, adesso, probabilmente, alla luce dei recenti accadimenti e col senno di poi, potrebbe rivelarsi un rassicurante “ferro dietro la porta”.

È la transazione conclusa nello scorso mese di giugno tra il Comune di Monreale e l’Amia in virtù della quale l’amministrazione comunale si è impegnata a pagare tre milioni di euro all’ex municipalizzata palermitana, contro i dieci richiesti, per chiudere una pendenza pluriennale, legata all’utilizzo della discarica di Bellolampo negli anni compresi fra il 1998 ed il 2005.

La scelta della giunta attuale era stata salutata in maniera contrastante: commenti positivi da parte di qualcuno che metteva in rilievo il comportamento prudente dell’amministrazione, valanghe di critiche, invece, da parte di altri, che reputavano eccessiva quella prudenza. Critiche spinte soprattutto dal fatto che il Comune, nel contenzioso che aveva ancora in piedi con l’Amia, si era aggiudicato il primo round in tribunale.

Oggi, però, a far comprendere come probabilmente non fossero campate in aria le cautele della giunta arriva lo stato di profonda prostrazione in cui versano cinque amministrazioni comunali, condannate dal tribunale di Palermo a risarcire l’Amia per l’utilizzo della discarica di Bellolampo negli anni scorsi. Si tratta dei comuni di: Carini, che deve all’azienda 9 milioni, Partinico 13, Isola delle Femmine 4,4 milioni, Capaci 4,3 e Cinisi 3,1. Tutti e cinque i centri appartengono all’Ato Palermo 1, da sempre, al pari del fallito Ato Palermo 2, alle prese con una situazione finanziaria disastrosa.

Per i cinque comuni palermitani il giudice ha applicato il principio dell’indebito arricchimento, che – è stata opinione dell’amministrazione comunale monrealese – avrebbe caratterizzato pure il processo riguardante Monreale, condannandolo al pagamento di dieci milioni di euro.

Il Comune, in primo grado, era risultato vittorioso poiché il conferimento negli anni in questione sarebbe avvenuto “in assenza di contratto” e pertanto, proprio per questo motivo, l’Amia non avrebbe avuto nulla a che pretendere. Lo stesso Comune, però, visto che l’ex municipalizzata aveva intentato un’altra causa contro l’amministrazione monrealese, temeva che, poiché l’utilizzo della discarica comunque era avvenuto, potesse configurarsi l’ipotesi proprio di “indebito arricchimento”. Decisione questa intravista anche dalla precedente amministrazione che aveva inserito nel listone dei debiti da estinguere con il piano di riequilibrio pluriennale, anche i dieci milioni da sborsare in caso di eventuale sconfitta giudiziaria contro l’Amia.