Servizio di smaltimento rifiuti: 74 sindaci della Sicilia nel mirino della Regione

Fra questi c’è anche quello di Monreale. Capizzi: “Sempre operato nel rispetto delle norme”

PALERMO, 21 dicembre – Si arricchisce di un altro capitolo spinoso la difficile vicenda che riguarda la gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti in Sicilia. L’assessore regionale, Vania Contrafatto vuol vederci chiaro su alcuni affidamenti operati dai comuni ed apre un inchiesta su più fronti.

Su questa notizia apre stamattina il Giornale di Sicilia, che, in un articolo a firma di Giacinto Pipitone, aggiunge che l’azione della Contrafatto sia già partita in direzione del presidente dell’Autorità Nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, della Procura della Repubblica e della Corte dei Conti.

Nel mirino della Regione ci sarebbero i sindaci di 74 comuni in tutta la Sicilia e fra questi anche Monreale. A meritare attenzione, secondo quanto riporta il quotidiano di via Lincoln, ci sarebbero gli affidamenti diretti, effettuati dai sindaci sfruttando il cosiddetto “articolo 191”. Secondo la Caontrafatto, in alcuni casi tutto ciò sarebbe stato un valido escamotage per affidare il servizio direttamente, senza bandire la gara, ma soprattutto avrebbe determinato una duplicazione dei costi, considerato che sarebbe stato necessario pagare sia gli Ato, che le ditte beneficiarie dell’affidamento. Tra i 74 comuni coinvolti, però, - va detto - non sarebbe automatico il collegamento fra l’affidamento diretto e l’uso distorto dell’emergenza. Sotto i riflettori dell’assessore regionale pure il fatto che alcuni comuni avrebbero optato per uscire dagli Ato, gestendo in proprio il servizio.

In provincia di Palermo sono undici i comuni coinvolti, sei dei quali appartenenti all’ex Ato Palermo 2: Bagheria, Bisacquino, Campofelice di Roccella, Chiusa Sclafani, Ciminna, Giuliana, Monreale, Roccamena, San Cipirello, Ventimiglia e Villafrati.

Si dice sorpreso il sindaco di Monreale, Piero Capizzi, del coinvolgimento del Comune in questa vicenda, affermando di avere agito sempre nel rispetto delle norme: “Attendiamo di capire a quale periodo si riferiscano queste indagini – afferma Capizzi a Monreale News –. Io però sono assolutamente sereno perché ritengo di avere operato nel pieno rispetto delle leggi e di aver agito per garantire il servizio in condizioni drammatiche, successivamente al fallimento dell’Alto Belice Ambiente. Mi sorprende che la Regione adesso prenda questa posizione, considerato che proprio presso la Regione si sono tenuti tutti i tavoli tecnici finalizzati al superamento dell’emergenza e delle problematiche emerse dopo il fallimento dell’Ato.
Trovo paradossale – dice ancora Capizzi – che ci possa trovare al centro di indagini dopo aver fatto di tutto per garantire il servizio alla città ed evitare l’insorgere di emergenze igienico-sanitarie, garantendo, peratro, un notevole risparmio di somme. Forse fare il sindaco è diventato impossibile. Ma se le cose stanno così, allora vuol dire che siamo veramente arrivati alla frutta”.