Ancora batoste per il ministero dell’Istruzione, risarcimenti in vista per settanta insegnanti della provincia

Un’altra vittoria per l’Anief difesa dai legali Miceli e Ganci. Beneficiari anche quattro monrealesi

PALERMO, 21 dicembre – Arriva un’altra sentenza sfavorevole al Ministero dell’Istruzione e per quattro docenti monrealesi e altri settanta tra insegnanti ed ATA della provincia di Palermo il prossimo Natale si preannuncia più ricco.

Il giudice del Lavoro di Palermo, infatti, con una sentenza del 17 dicembre, ha richiamato la normativa comunitaria 1999/70/ della Comunità Europea, riconoscendo che il MIUR ha operato una vera e propria discriminazione nei confronti dei lavoratori precari della scuola cui non ha mai riconosciuto il diritto agli aumenti stipendiali in base agli effettivi anni di servizio prestati, il diritto alla corretta progressione di carriera anche durante il periodo di precariato e ad essere retribuiti per l’intero anno scolastico, con un risarcimento totale che supera il milione di euro.
I ricorrenti, assistiti dagli avvocati monrealesi dell'Anief Fabio Ganci e Walter Miceli, sono quasi tutti stati immessi in ruolo ormai, non necessariamente con il piano straordinario di immissioni in ruolo previsto dalla legge 107/2015, denominata "La Buona Scuola".

Da anni l’ANIEF insiste sulla necessità di riconoscere piena dignità e parità di trattamento, anche retributivo, ai lavoratori precari della scuola. "Le condanne nei confronti del Miur sarebbero state più pesanti se i lavoratori fossero stati ancora in condizione di precariato - commenta Walter Miceli - ma per fortuna il Parlamento ha recepito la sentenza della Corte di Giustizia Europea, ottenuta grazie alla nostra azione e ha stabilizzato oltre centomila insegnanti. Queste assunzioni, tuttavia, non hanno cancellato l'abuso e, per questo motivo, i ricorrenti hanno ottenuto un cospicuo risarcimento. La sentenza presenta anche dei lati oscuri e non appaganti. Lo scandalo dell'abuso del precariato per oltre un decennio merita sanzioni ancora più pesanti".

Gli avvocati, soddisfatti per la sentenza, continuano a mettere in primo piano la situazione attuale del precariato della scuola italiana. "La storica sentenza - afferma Fabio Ganci - testimonia come il Governo italiano, invece di tentare di eludere la normativa Europea, farebbe cosa buona e giusta a scusarsi pubblicamente con tutti i docenti precari, per tutti gli anni di illegittima reiterazione dei contratti , avviando un serio piano di stabilizzazione includendo ovviamente, i docenti inseriti nelle graduatorie d'istituto. Altrimenti l'Anief e i suoi legali, presso tutti i tribunali d'Italia, continueranno a farlo condannare".

“Troppo spesso i lavoratori precari della scuola, anche se in servizio per tutto l’anno scolastico e addirittura su posti vacanti, si vedono negare gli stipendi estivi - dichiara Marcello Pacifico, Presidente Nazionale ANIEF – e da sempre si vedono retribuire come se fossero al loro primo anno di insegnamento in totale spregio delle competenze e della professionalità acquisita nel corso degli anni. I giudici ci continuano a dare ragione: è, senza ombra di dubbio, una palese e indegna discriminazione del lavoro precario”.