Amarcord: quando a Monreale arrivava il tram

L’inaugurazione porta la data dell’11 febbraio 1900

MONREALE, 6 dicembre - Quando, fra non molto, la linea tranviaria di Palermo inizierà il suo percorso sarà una novità che incuriosisce i cittadini del capoluogo per un servizio pubblico maldestramente abbandonato negli anni ‘40 e durante l’ultima guerra.

Un trasporto che nei tempi ha subito le inevitabili trasformazioni, dalla diligenza al tram a cavallo, al tram elettrico, al filobus, all’autobus. Il ritorno al tram ricorda il maggiore avvenimento storico a Monreale con l’inaugurazione della tranvia elettrica, quell’11 febbraio del 1900 per il collegamento di Monreale con Palermo lungo il corso Calatafimi, attraversando corso Vittorio Emanuele sino al capolinea di piazza Bologni.

Per superare la salita del tratto Rocca – Monreale, n un primo tempo si era pensato a un tram a vapore o ad una ferrovia a scartamento ridotto. Poi si pensò alla tranvia elettrica. Si firmò una concessione valevole per 90 anni. Vi sarebbero state almeno 20 corse al giorno. E così , che, il Comune di Monreale concesse alla società un locale per la rimessa delle tranvie nei pressi dell’Albergo Savoia in ottima posizione panoramica, l’unico in Monreale. Ma per superare il dislivello Rocca-Monreale si costruisce la funicolare sulla ormai abbandonata strada fatta dal Venero la cui sede è ancora riconoscibile . Era “un servizio che serve” , frequentato da studenti, impiegati, operai, e i pochi turisti di allora, più che mai utile (necessario direi) in tempi nei quali bisognava assolutamente usare il tram con l’uso del veicolo privato limitato a pochi. Era la tranvia elettrica che partiva da via D’Acquisto (Banco di Sicilia) a dare finalmente la possibilità di facili comunicazioni con Palermo.

Ma nel 1941 essa venne sostituita dal filobus elettrico, che percorre la rotabile panoramica costruita dall’arcivescovo Francesco Testa, poi, dopo l’ultima guerra, percorsa come oggi da autobus. Ma ancora prima a Monreale nacque l’illuminazione pubblica. Fino al 1863 l’illuminazione pubblica era ad olio. In quell’anno si inaugurò quella a gasolio, senza tubi. Nel 1872 il sistema d’illuminazione venne cambiato e si adoperò quello ad acetilene, la cui preparazione si faceva in un apposito locale, situato poco più giù dell’Albergo dei Poveri.

numero dei fanali venne portato a 100 nel 1884. Il sistema di appalto rendeva inadeguato il risultato . Inoltre gran parte del paese, specie alla periferia, la notte restava al buio. Nel 1897 fu effettuato un preventivo per l’illuminazione elettrica. Occorrevano lampade, per una spesa di Lire 23.000. Mentre i primi contatori venivano destinati all’Ospedale Civico S. Caterina, alle scuole, ed a poche centinaia di abitazioni fra le più notabili. Il resto delle case era con il lume a petrolio.