I Fasci Siciliani, una pagina importante della nostra storia

Presentato ieri a Monreale il libro sull’argomento di Carmelo Botta e Francesca Lo Nigro. LE FOTO

MONREALE, 22 novembre – Nella sala espositiva dell’ex Monastero dei Benedettini delle opere artistiche donate dall’artista romana Posabella, è stato presentato ieri pomeriggio il saggio storico “Il sogno negato della libertà” di Carmelo Botta docente di filosofia e storia e Francesca Lo Nigro, dirigente scolastico.

In queste pagine viene ricostruita la scena politica, sociale ed economica dell’Italia post-unitaria, partendo dall’Unità d’Italia e analizzando la partecipazione siciliana alla costruzione dell’unificazione. Dal 1891 al 1984, il movimento, formato da contadini, operai, muratori e artigiani siciliani, insorse contro il governo sino al duro intervento militare di Francesco Crispi.

Il Movimento di massa dei Fasci Siciliani dei lavoratori rappresentò una rivoluzione riformista di ispirazione democratica e socialista, un tentativo di riscatto delle classi povere contro lo Stato che appoggiava i ricchi.
L’Unità d’Italia non aveva portato i benefici sperati ed il malcontento covava fra i ceti più umili che chiedevano riforme fiscali e redistribuzione delle terre. Alla fine dell’’800 la mafia accumula capitale, contro la forza lavoro, domina il territorio; il movimento si pone quindi come lotta organizzata contro la mafia.
La grande crisi capitalistica degli ultimi anni del XIX secolo, colpiva soprattutto i ceti popolari anche perché i contratti agrari venivano distribuiti senza alcuna proporzione tra rendita, capitale e lavoro.

Dopo il saluto istituzionale da parte del Sindaco di Monreale Pierò Capizzi che ha voluto ringraziare gli autori per il lavoro svolto che da un contributo notevole alla conoscenza storica di un periodo importante in Sicilia è intervenuta la professoressaValentina Giambruno docente di Lettere nelle scuole superiori, promotrice dell'iniziativa culturale che ha fatto una attenta disamina del testopresentando l’argomento.
La Professoressa Giambruno ha messo in risalto alcuni punti del libro e soprattutto la coerenza del testo ed il rispetto verso gli ultimi. I docenti, coraggiosamente – dice la professoressa Giambruno .– fanno sforzi ad educare con insegnamenti espliciti ragazzi spesso “difficili” e soli. Insegnare storia è sicuramente gratificante e questo loro ultimo “quaderno”ci restituisce una pagina spesso offuscata e inglobata in un periodo vasto che è quello del Post-Italia. Un movimento importante che restituisce dignità e libertà ai lavoratori”.

Quello dei fasci siciliani rappresenta la prima lotta organizzata contro la mafia per la sinergia esistente tra mafia e istituzione. “Rivivere dunque quei momenti storici, restituisce onore a quel passato”. Nell’intervento del Prof.Ingrassia, che nel testo cura la Prefazione, si sottolinea come l’insegnamento della storia oggi sia diventato un’ascesa ed una discussione fra addetti ai lavori.

“Qui invece – dice il Professore – si tende a restituire il valore e l’essenza della memoria: divulga le sofferenze e la lotta di un popolo, nel tentativo di riformare una coscienza tra il passato ed il presente. Il ricordo dei lavoratori delle terre, delle piccole fabbriche, il bisogno negato di questi, si lega ancora oggi, con la nostra coscienza. Una storia che si rivolge ai giovani. I sognatori di fine ‘800 erano coloro che sognavano il bene per i braccianti. Oggi la nostra società replica quegli anni, nonostante la tecnologia ed il “finto” benessere. Oggi questa società è uguale a quella: sfruttatori/sfruttati. Una società che sognava e che perciò, lottava. Insomma, una riflessione critica ed una commozione umana”.

A conclusione della presentazione si é svolto un momento concertistico con l’esibizione di Federico Botta e Riccardo Botta violisti, che si sono esibiti in:
J.S. Bach Partita n. 2 in re minore “Ciaccona” (Riccardo Botta)
J.S. Bach Sonata n. 1 in sol minore “Adagio” (Federico Botta)
F. Bridge The Lament per due viole (Federico e Riccardo Botta).