Chi uccide e terrorizza non può essere accostato a un credo religioso

Riceviamo e pubblichiamo...

MONREALE, 22 novembre - Il terrorismo islamico, considerando gli ultimi, solo in fatto cronologico, misfatti di sangue comunica che può colpire tutto, tutti, dappertutto, in qualunque momento: ciò lo rende imprevedibile.

Dobbiamo difenderci da un conflitto che altri hanno dichiarato contro di noi, con l’evidente scopo di provocare una reazione a catena. L’innalzamento di tensione da parte del fanatismo islamico ha lo scopo di rendere le provocazioni sempre più sanguinarie. Il suo obiettivo è quello di provocare l’invio di un contingente occidentale sul territorio siriano, per poter così dichiarare la” Guerra Santa “. Così i fanatici islamici potrebbero urlare contro la nuova Crociata occidentale, chiamando a raccolta i musulmani di tutto il mondo. Impossibile illudersi di poter parlare diplomaticamente con un gruppo di fanatici che vuole solo la guerra, il terrore, la paura, perché è da qui che spera di ottenere i vantaggi maggiori.Non è più tempo di divisioni fra USA, Russia e Unione Europea.

Ma attenzione: ritorsioni militari, bombardamenti eseguiti alla rinfusa, senza individuare obiettivi specifici e senza prevedere le conseguenze, finiscono per essere sterili, crudeli, controproducenti e messaggeri di morte. I precedenti in Iran, Iraq, Libia sono eloquenti. Non servono ulteriori morti, nuovi profughi, ulteriori attacchi terroristici.
Il nemico è uno stato islamico che nessun popolo ha mai eletto, che è il frutto dell’occupazione e della sopraffazione di alcuni territori, da cui dipartono tutte le trame terroristiche contro l’Occidente. Questo stato autoproclamatosi va distrutto. E’ ipotizzabile fermare l’aggressore ingiusto anche con l’uso delle armi, ma sotto l’ombrello di una legittimazione internazionale.

I gruppi terroristici non vengono da lontano, ma sono nati, cresciuti e si sono formati nei Paesi Occidentali. Molti terroristi non sono arrivati in Europa su un barcone, ma sono nati in Europa. Persone nate e cresciute in Europa che poi decidono di imbracciare le armi in nome di un islam deviato, tanto da andare a combattere in Siria o in Iraq. L’addestramento che ricevono in quei territori di guerra viene poi sfruttato per mettere a ferro e fuoco le Capitali Europee. Questo deve farci riflettere sui macroscopici errori di politica estera che l’Occidente ha compiuto nell’ultimo secolo. USA, Russia, Francia, Gran Bretagna non possono più continuare ad intrattenere rapporti di tipo colonialistico con molti Paesi Medio Orientali ed Africani. Non possono continuare a occupare e controllare questi territori per sfruttarne le ingenti materie prime ( petrolio, uranio, diamanti,…), favorendo le dittature locali e inibendo uno sviluppo socio-economico-politico delle popolazioni.

I terroristi di casa nostra, figli di immigrati, pur essendo nati, cresciuti e formatisi in Occidente, nutrono un odio atavico, sentimenti di rivalsa nei confronti di tutto l’Occidente, poiché visto come occupatore, colonizzatore, predatore. E’ necessario che l’Occidente inverta rotta, donando le nostre competenze, il nostro contributo, le nostre risorse ai Paesi sottosviluppati, per favorire uno sviluppo interno, ecocompatibile, che non risponda soltanto all’egemonia del Dio-denaro. Uno sviluppo che comporti un progressivo processo di crescita socio-culturale ed economico delle popolazioni locali nei loro territori, che consenta loro di sviluppare una coscienza civica sufficiente per sostenere l’attecchimento della democrazia. Solo così facendo l’Occidente riuscirà a saldare il suo debito storico, il suo carico di errori ed eviterà la prosecuzione di nuove ondate di migranti, di ulteriori attacchi terroristici, frutto di instabilità nei Paesi Medio Orientali ed Africani.

E non confondiamo il terrorismo con il fenomeno migratorio. I migranti fuggono dalla disperazione, dalla fame, dalle persecuzioni, dalle dittature dei paesi di origine. Essi stessi sono vittime , che fuggono dalle terre di origine, poiché non intravedono alcuna prospettiva di crescita. Essi non hanno alcun interesse ad attaccare l’Occidente, che , invece, vedono come la Terra Promessa, da cui si attendono di essere accolti, per porre fine alle loro innumerevoli sofferenze. L’immigrazione determina l’incontro con la diversità e ci obbliga ad una corretta integrazione in funzione della tutela dei diritti di tutti e di una possibile convivenza dai connotati positivi. Le chiavi di lettura sono il rispetto della dignità umana e della legalità. Solo su entrambi questi fondamentali principi si può costruire un’autentica integrazione, che non sia pietismo ipocrita o buonismo assistenziale. Ma noi Occidentali abbiamo il diritto di chiedere, di pretendere che assistenza, solidarietà e integrazione degli immigrati siano contraccambiati dagli stessi con il rispetto delle nostre leggi, della nostra cultura e delle nostre tradizioni
Il disegno dei terroristi è di conquistare e purificare il mondo musulmano per prima cosa, tant’è che i loro bersagli sono alcuni regimi arabi e gli sciiti. E’ in atto una guerra per assumere l’egemonia all’interno del modo arabo, una lotta che vede contrapposti sciiti, sunniti, salafiti. Quando avranno conquistato l’egemonia su questo mondo, avranno uomini e risorse per attaccare l’Occidente. La loro azione non ha nulla a che vedere con la religione, con l’Islam. La morte, la schiavitù, la persecuzione non fa parte di alcun credo religioso. Tutte le religioni ( Cristiana, Ebraica, Islamica, Buddista, Induista,…) sono accomunate da valori universali: l’Amore, la tutela della Vita, la difesa della Dignità Umana, la Solidarietà, la Misericordia. Questi sono valori che uniscono e che non creano divisioni. Chi vuole dividerci, chi ci uccide, chi ci terrorizza non può essere accostato ad alcun credo religioso: fraudolentemente utilizza la religione per adescare adepti, facendo leva sulla loro ignoranza, quindi, facilmente manipolabili, inculcando l’illusione che il martirio aprirà le porte del paradiso. Ma la guerra, la morte, il peccato può solo condurre l’uomo nelle profonda oscurità, nel profondo di un pozzo buio. Per l’Islam, così come per le altre Religioni, non esiste cosa più sacra della vita umana. L’Islam non ha nulla a che fare con la violenza. La religione è usata come copertura . Allora è più che mai necessari che il mondo arabo sano si dissoci dalla violenza dagli attacchi terroristici.

Nel caso dei terroristi islamici la sfida è tra un Occidente sostanzialmente ateo, relativista, ed alle sue radici e culture. E’ primo di tutto uno scontro culturale. Servendosi di una visione dualista, soprattutto sunniti e salafiti, dividono il mondo dei musulmani da quello dei non musulmani, rifiutando questi ultimi e ritenendoli nemici miscredenti e sostenitori dell’ateismo. Sono sospettosi verso qualsiasi modello importato dall’Occidente e paragonano i Cristiani ai crociati e gli Ebrei ai sionisti e , spesso, alimentano l’idea che questi complottino per distruggere l’Islam. In questa ottica ogni riferimento ai diritti umani è considerato blasfemo e la libertà fonte di disordine.

La nostra risposta deve venire anche dal recupero della Nostra Identità. E’ necessario ricordarci chi siamo, come e perché siamo arrivati fin qui. E’ innegabile che il Continente Europeo abbia delle radici Giudaico-Cristiane e che queste siano parte integrante. E dovremmo ricordarcelo quando fra qualche settimana, in prossimità del Natale, assisteremo al ridicolo balletto delle scuole senza presepe, o quando abbiamo deciso di eliminare i simboli sacri dai luoghi pubblici. Così facendo facciamo un favore ai fanatici, ai terroristi. La Nostra debolezza li renderà più forti. I musulmani veri hanno sentimenti di venerazione per la Madonna e rispetto verso Gesù Cristo. Tanti musulmani ogni anno si recano in pellegrinaggio a Fatima, poiché la Madonna porta il nome della figlia di Maometto. Nel mondo islamico molti arabi si chiamano Issa ( Gesù), Miriam ( Maria), Fatima.
E’ altrettanto necessario che i Paesi Arabi con maggiore influenza dovranno assumere chiare posizioni di condanna verso il fanatismo islamico e non potranno più permettersi di barare, di dialogare su entrambi i tavoli, quello della pace e quello della guerra

E’ ormai acclarato che l’ISIS si autofinanzia con donazioni da parte di finanziatori arabi, con il “pizzo” che i migranti devono pagare per imbarcarsi alla volta dell’Europa, con il commercio clandestino di reperti archeologici ,derubati nei musei e nei diversi siti archeologici, e con il commercio clandestino del greggio. Anche questo aspetto necessita di un importante esame di coscienza da parte del Mondo Occidentale poiché partecipa a questo mercato nero.
Se l’Europa capirà che deve trasformarsi da oggetto a soggetto politico nel grande disordine che governa il mondo, forse qualche spiraglio di pace è ancora possibile. Ma si deve uscire dalla convinzione che l’Europa sia un’isola di benessere e sicurezza e che tutto ciò che ci circonda non ci riguarda, non ci può colpire: siamo accerchiati da conflitti, primi fra tutti Siria e Libia, da fame, da paure, da disperazione.

Il Mondo Occidentale indebolito, culturalmente stanco, ossessionato del dio denaro, da falsi miti della globalizzazione, tende a farsi convertire, ad accettare supinamente una contaminazione pericolosa. Ecco perché ribadisco la necessità di recuperare le nostre radici storiche, culturali, giudaico-cristiane. Esiste oggi una pseudo-cultura islamista che promuove la jiahad contro gli infedeli, una cultura che va combattuta con la Nostra Cultura, con le Nostre Tradizioni Storiche.
Vorrei concludere queste riflessioni riportando alcune dichiarazioni rilasciate dal primo ministro australiano Howard: “ Ai musulmani che vogliono vivere secondo le leggi della Sharia islamica indico di lasciare l’Australia, questo allo scopo di prevenire eventuali attacchi terroristici. Gli immigrati devono adattarsi. Sono stanco che questa nazione debba preoccuparsi di sapere se offendiamo alcuni individui o la loro cultura. La nostra cultura si è sviluppata attraverso lotte, vittorie, conquiste portate avanti da milioni di uomini e donne, che hanno ricercato la libertà. La nostra lingua ufficiale è l’inglese, non lo spagnolo, l’arabo, il cinese, o qualsiasi latra lingua. Di conseguenza, se desiderate far parte della nostra società, imparate l’inglese. La maggior parte degli Australiani crede in Dio. Non si tratta di obbligo di Cristianesimo, ma è un fatto, perché degli uomini e delle donne hanno fondato questa nazione su dei principi cristiani e questo è ufficialmente insegnato.

E’ quindi appropriato che questo si veda sui muri delle nostre scuole. Se Dio vi offende, vi suggerisco allora di prendere in considerazione un’altra parte del mondo come vostro paese di accoglienza, perché Dio fa parte della nostra cultura. Noi accetteremo le vostre credenze senza fare domande. Tutto ciò che vi chiediamo è di accettare le nostre e di vivere in armonia pacificamente con noi. Questo è il Nostro Paese, la Nostra Terra e il Nostro Stile di Vita. E vi offriamo la possibilità di approfittare di tutto questo. Ma se non fate altro che lamentarvi, prendervela con la nostra bandiera, le nostre credenze cristiane o il nostro stile di vita, allora vi incoraggio fortemente ad approfittare di un’altra grande libertà australiana: il diritto ad andarvene. Se non siete felici qui allora partite. Non vi abbiamo forzato a venire qui, siete voi che avete chiesto di essere qui. Allora rispettate il Paese che vi ha accettati.”

* medico pediatra monrealese