Guglielmo e la “sua” Cattedrale. Un ricordo nel giorno dell’anniversario della morte del re normanno
Oggi ultima seconda ed ultima parte del focus sulla basilica
MONREALE, 18 novembre – La chiesa di Dio è la reggia di Guglielmo, una chiesa nata per narrare e illustrare le opere, la vita, i miracoli del figlio di Dio, Gesù di Nazareth, morto ed infine risorto, unitamente alla Storia della Chiesa e dei Santi.
Una fiaccola che propaga la sua luce ed irradia da oltre otto secoli scintille di fede, conoscenza, amore, misericordia, concepita quale mezzo e tramite tra la terra e il Cielo, che illumina il cuore e la mente e riscalda le profondità dell’animo umano.
Un dono di libertà, deputato a far dialogare le coscienze più controverse, un simbolo della rinascita religiosa, segno di magnificenza e gloria, eretto ai margini del Parco Reale di Guglielmo, sull’apogeo naturale dello scenario dei monti della Conca d’Oro, sulle pendici naturali del versante di un monte chiamato in Arabo: Africa.
Un luogo spogliato dell’ ambiente naturale rigoglioso che lo ricopriva, che ha dato vita ad una stupenda Cattedrale.
Un posto ove la quiete, la tranquillità predominava sopra ogni cosa. Un Tempio cristiano che però consente a tutte le civiltà di apprezzare l'immanenza di Dio e di capire quanto possa essere possibile concentrare nell'arte le varie culture, nella pace e nell'armonia, seppur frutto di equilibri politici
“Il Padre Celeste, severo nella sua grandiosa immagine, posto nell’alto del catino dell’abside centrale” è un Padre accogliente, misericordioso, che si rivolge a tutti e il Cristo Risorto venuto per sostenere l’uomo è immagine della vita terrena e di quella dopo la morte.
La Cattedrale di Monreale è luogo dell’esegesi biblica espressa tramite l’arte musiva che consente conoscere il suo unico Figlio, Gesù, Cristo inviato per risorgere e trionfare sopra la morte, inviato dal Padre a redimere l’umanità e sconfiggere il peccato.
Monreale è stato quindi un sito, propositamente selezionato fra tanti gli altri luoghi nel quale si sono convogliate le pietre necessarie per l’edificazione di una grande Cattedrale, che riceve luce dal sole e dalla stella più brillante che appare luminosa e lontana nella notte.
Una cattedrale “fortezza” costruita in un’epoca apparentemente tranquilla, piuttosto controversa, in una Sicilia abitata da molteplici etnie. Un gigante di pietra scolpito, sostenuto dalle colonne della conoscenza e del sapere, sorrette dalla Fede, concepito per descrivere la storia autentica dei Vangeli e promuovere il trionfo dei cieli in terra.
Un libro Sacro che narra la Bibbia nelle cui pagine di pietra restano impresse ed impaginate immagini a mosaico, poste liberamente alla vista di quanti desiderano vedere la luce di Cristo, sotto la protezione degli arcangeli Gabriele e Michele e la super visione degli angeli celesti, il benestare del profeta Giovanni Battista, sotto attenta dettatura troviamo le parole in immagini delle Sacre Scritture, in un trascorre di scene ed episodi che illustrano la Storia dei Vangeli, il Vecchio e il Nuovo Testamento.
Una sequenza d’immagini puntuali, dettate da conoscitori profondi della Bibbia, non da menti istruite, da persone illuminate dalla “Luce Divina”, conservatori delle tradizione, d’immagini care e volti conosciuti, raccolti in appositi scenari accarezzati dagli sporadici bagliori dei raggi del sole, illuminati sul lato ad oriente da una stella non facilmente visibile posta sul lato destro dello spigolo arrotondato del catino dell’abside, indicante la via il cammino da percorrere. Un ipertesto sacro di “pietra” che supera per i contenuti ed immagini quanto riportato nelle “Bibbie imperiali” d’età Carolingia e Ottoniana.
Un annunzio a Popoli e Sovrani lontani. Un Codice biblico custodito da monaci in una cattedrale fortezza fondata da un re, irradiazione del Regno Normanno Siciliano, fecondo e ricco d’immagini, di significati, in cui ogni cosa rimane al suo posto, organicamente composta e raffigurata su “tavole musive vergate” accompagnate da diciture e scritture essenziali, per tramandare alle genti di Sicilia, ai Popoli del mondo conosciuto, il messaggio Divino della Chiesa Universale. Un tempio che è scaturito come l’acqua fuoriuscita da una fresca sorgente, dal sentimento, dalla fede di un sovrano cristiano, Guglielmo II, re di Sicilia (nato a Palermo nel 1153, deceduto il 18 novembre dell’anno 1189). Un re che ancorché giovane, muore in modo improvviso, inaspettato, senza un erede, che si è prodigato ad innalzare la Chiesa di Monreale nel corso della sua intensa e breve esistenza.
Un tempio nel quale Gesù è presente nell’Eucaristia, è la luce che sconfigge la morte e predomina sul buio delle tenebre, nel quale in alto, alla sommità dell’arco trionfale che precede l’immagine di Cristo sopra il catino absidale, è posto il trono vuoto che attende il ritorno glorioso di Cristo Giudice Universale. Un grazie illimitato all’illuminato sovrano Guglielmo II re di Sicilia.
(fine)
Le risposte che Monreale merita
MONREALE, 31 dicembre – Gli eccessi alimentari che caratterizzano le giornate in molte delle case del nostro territorio non devono farci distogliere lo sguardo da ciò che ci ha detto e ci ha lasciato quest’anno in eredità.