Il Consiglio dei Ministri impugna la legge siciliana sull’acqua pubblica

“Se l'Ars dovesse rivedere completamente il testo, il Governo valuterà se riesaminare il ricorso”

PALERMO, 20 ottobre – Il consiglio dei ministri, dopo le riforme sulle province e sugli appalti, ha deliberato stamattina l'impugnativa della legge siciliana varata nello scorso mese di agosto e che riportava nelle mani pubbliche la gestione dell'acqua.

E così, la legge 19 dell'11 agosto scorso, "Disciplina in materia di risorse idriche", incassa lo stop del governo nazionale in quanto “numerose disposizioni contrastano con le norme statali di riforma economico sociale in materia di tutela della concorrenza e di tutela dell’ambiente, spesso di derivazione comunitaria, eccedendo in tal modo dai limiti posti alle competenze regionali dall’art. 14, primo comma, dello Statuto speciale della Regione, e violando altresì l’articolo 117, secondo comma, lett. e) ed s), Cost., e l’art. 117, primo comma, della Costituzione”.
“In caso di approvazione di una nuova normativa da parte dell'assemblea regionale siciliana - continua il documento predisposto dal consiglio dei ministri - che riveda completamente il testo, il Governo potrà valutare l'opportunità di riesaminare il ricorso".

La norma, quindi, che rappresentava per la quasi totalità dei referenti politici siciliani, tra cui il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando che è anche presidente dell'Anci Sicilia, un grande passo avanti rispetto ai tanti tentativi di privatizzare il bene pubblico essenziale che è l’acqua”, arresta quindi il suo passo negando, allo stesso tempo, proprio agli enti locali la possibilità di rilanciare le politiche per la gestione dei servizi pubblici essenziali.

In un contesto nazionale nel quale l’esito dei referendum del 2011 è stato aggirato con la legge di stabilità e la “Sblocca Italia”, i Comuni quindi saranno verosimilmente costretti a mettere sul mercato i servizi pubblici mantenendo ancora la testa bassa sulla questione, anche a discapito delle competenze esclusive in materia di acque pubbliche assegnate alla Sicilia dallo stesso Statuto autonomo.

Il Governo ha invece deciso di non impugnare la legge della Regione Sicilia di approvazione del Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2014. Salvata anche la legge numero 18 dello scorso  11 agosto  "Norme in materia di gestione del patrimonio faunistico allo stato di naturalità". Si tratta del provvedimento sull'abbattimento controllato dei cinghiali varata sull'onda dell'emergenza dopo l'aggressione da parte di un suide che portò alla morte di un uomo nel territorio di Cefalù.