Tenebre senza fine sulla circonvallazione: occorrono provvedimenti urgenti

Tre brevi tratti illuminati, per il resto è buio fitto

MONREALE, 2 ottobre – Quattrocento metri su poco più di quattro chilometri. La “miseria” del dieci per cento. Tre brevi tratti illuminati sulla circonvallazione di Monreale, per il resto è buio fitto. Ormai da circa due anni.

La situazione è nota ai monrealesi ed agli utenti del tratto stradale in genere, che la sera, non appena fa buio, sanno bene che occorre moltiplicare la dose di prudenza da utilizzare per evitare guai. L’oscurità la fa da padrona per lunghissimi tratti e mette a repentaglio la sicurezza stradale. Non per nulla, infatti, sono già diversi gli incidenti gravi, uno dei quali mortale, dovuti proprio all’assenza di illuminazione sull’arteria, diventata, ormai, a tutti gli effetti, una propaggine del centro abitato monrealese con tutti i suoi insediamenti abitativi e commerciali.

I tratti “illuminati”, ma illuminati è una parola grossa, dalla Rocca al bivio Villa Carolina sono essenzialmente tre, tutti e tre brevissimi: il primo all’altezza del primo distributore di benzina (salendo da Palermo), il secondo nei pressi della pizzeria “La Quercia”, il terzo più o meno all’altezza del semaforo di via Venero. Tre miseri tratti di poche centinaia di metri appena sufficientemente illuminati: tutto il resto è buio pesto.

Tra l’altro - perché se Sparta piange, Atene non ride - anche la zona “limitrofa” di Palermo ha i suoi “bravi” problemi. L’oscurità, infatti, prosegue ben oltre la zona di competenza dell’Anas sulla circonvallazione, tanto che per vedere la prima lampadina accesa, bisogna arrivare all’altezza dell’ospedale Ingrassia in corso Calatafimi. Per non parlare della Conigliera, che dalla Rocca si diparte in direzione Boccadifalco, totalmente al buio dal primo all’ultimo metro.

La colpa, ci hanno spiegato i tecnici, è dei pesanti furti di cavi di rame, che hanno messo in ginocchio il sistema, per la cui riparazione occorrono diverse migliaia di euro. Verissimo. Come è vero, però, che i pericoli (di vita) sono sempre dietro l’angolo e che ormai un intervento risolutore non è più rinviabile.