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I furti nei contenitori degli indumenti usati: l'ultima frontiera della crisi economica

| Enzo Ganci | Cronaca varia

Sempre più diffusa in città questa "pratica" figlia della povertà

MONREALE, 18 agosto - Sembra essere diventata l'ultima "moda" della crisi economica ormai dilagante. E' il furto di indumenti messo a segno direttamente nei cassonetti, sparsi un po' lungo diverse vie della città, nei quali i cittadini si recano a depositare quelli dismessi, perchè magari un po' andati.

La pratica negli ultimi tempi, complice anche la "fame" che raggiunge fette sempre più larghe della popolazione, è diventata quanto mai diffusa con una tecnica semplice, quanto rischiosa. Difficile che un contenitore la faccia franca. La razzia coinvolge tutti i cassonetti di tutti i quartieri cittadini. Anche in pieno giorno, così come ci hanno riferito tanti lettori, che hanno segnalato il fatto alla nostra redazione. "Poveri che rubano ai poveri", la morale della favola.

Al contenitore solitamente arrivano in due (si tratta spesso di individui stranieri, forse di origine dell'est europeo, ma non ci meraviglieremmo se la vicenda riguardasse pure gente autoctona), solitamente ragazzi, non molto corpulenti. Anzi, meglio se mingherlini. Il più esile dei due si infila dentro il contenitore dallo stesso sportello dal quale è possibile conferire gli indumenti. L'altro aspetta fuori, guardando circospetto per vedere se passa qualcuno, ma soprattutto in attesa di raccogliere il "gruzzolo" di sacchetti che il complice gli sta passando, tirandoli fuori dal cassonetto.

Una volta completata la razzia, o meglio: prima che chi si trova dentro il contenitore muoia asfissiato (soprattutto in questi giorni di caldo estivo), i due raccolgono i sacchetti, si allontanano un po', mettendosi in disparte e fanno una cernita degli abiti trovati: quelli che più fanno al caso loro li prendono, gli altri, bontà loro, li gettano nuovamente dentro il contenitore. Quindi si allontanano alla svelta, spesso a bordo di un scooter.
Questa scena appena descritta l'hanno vista in tanti. Qualcuno, ci risulta, l'ha pure fotografata, probabilmente per postarla sui social network, così come si usa fare adesso. Quel che resta, ma soprattutto quel che è certo, è una sensazione di profonda amarezza, dettata dalla constatazione di una grande povertà, che porta a compiere gesti di così basso livello, oltre che estremamente pericolosi.

· Enzo Ganci · Editoriali

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