La fontanella del "Canale": un degrado che non fa onore alla città

Sporcizia, escrementi e cattivi odori in un luogo di interesse storico

MONREALE, 27 luglio – Che una città come Monreale, di recente entrata a far parte del circuito Unesco, abbia una disastrosa situazione riguardante i bagni pubblici probabilmente è un fatto grave. Che questi vengano scelti fra il patrimonio storico e culturale della città, certamente lo è di più.

Recarsi nella ex fontanella di piazza Canale, quella qualche metro sotto terra, per intenderci, per verificare e constatare, sia con gli occhi, che… col naso.

Un luogo dove le nostre nonne (e magari bisnonne) si recavano per riempire l’acqua nelle brocche quando questa ancora non arrivava nelle case con la rete idrica o dove le stesse andavano a lavare i panni, alcuni cittadini (definirli così è fare lo un complimento) scelgono si trasformarlo in una vera e propria “latrina”.

Il termine è poco elegante, d’accordo, e per questo ci scusiamo, ma forse è quello che meglio fotografa la situazione. Qualche anno fa il Comune decise di ripristinare la vecchia fontana del Canale, forse per riportare alla memoria gli usi e le abitudini che erano in voga a Monreale nella prima metà del ‘900, quando appunto la fontanella era una sicura fonte di approvvigionamento idrico per tantissimi monrealesi.

Vederla ridotta, quindi, ad un orinatoio, o anche … peggio, sinceramente dispiace e soprattutto denota un livello di civiltà non degno di una cittadina che si fregia di annoverare tra i suoi monumenti uno diventato patrimonio dell’umanità.
La fontanella del Canale, sul piano puramente teorico, ed in una realtà diversa da quella che viviamo a Monreale, potrebbe essere uno dei siti di un tour turistico in grado di spiegare la vita e la storia di questa cittadina. Magari non un luogo dove chi arriva lancia la monetina nella speranza di ritornare, ma certamente uno dove chi arriva riesce a comprendere come si svolgeva la vita dalle nostre parti qualche decennio fa.

Responsabilità? Probabilmente equamente distribuite. Chi ha il compito di garantire l’igiene della città ha il dovere di porsi il problema del decoro del sito. Chi decide, però, di lasciare i propri “ricordini” in un luogo pubblico e di interesse storico farebbe bene a vergognarsi sapendo di non essere degno di far parte di una comunità civile.